Rivediamo, almeno in parte, il giudizio sul Governo Lombardo: rispetto ai prepotenti di Confindustria Sicilia è stato un argine coraggioso

Una legge non scritta, ma non per questo meno vera, è che, in democrazia, chi va al potere senza il consenso popolare governa male. Lo dimostra ogni giorno di più il Governo regionale di Rosario Crocetta che, in quanto a risultati negativi, sta superando in volata persino il Governo di Raffaele Lombardo.

Per rendersene conto, bisogna non ascoltare le parole (comprese quelle di Antonio Ingroia, bravissimo magistrato, che dovrebbe continuare a fare quello che sa fare molto bene, evitando di pronunciarsi su fatti che conosce piuttosto male) e attenersi ai fatti. E i fatti oggettivi che cadono sotto i nostri occhi ci dicono, senza tema di smentite, che il Governo Crocetta è un disastro totale.

Non è questo il momento di ricordare i rifiuti per le strade, le discariche al posto della raccolta differenziata, l’acqua agli speculatori, i Comuni al dissesto finanziario, l’agricoltura allo sbando, l’industria scomparsa, l’artigianato in crisi, le attività culturali ridotte a suk politico come nella tradizione fascista, i lavori pubblici bloccati, i fondi europei ancora al palo (affermare di averli riprogrammati, dopo nove mesi, equivale a certificare un fallimento, perché per riprogrammarli basta un mese), il turismo in piena crisi, il bilancio regionale con 3,5 miliardi di entrate fasulle senza la copertura di un fondo di garanzia, la legalità amministrativa finita sotto i piedi con centinaia di nomine in dispregio del decreto legislativo n. 39 di quest’anno e via continuando con sconfitte e problemi irrisolti.

Il vero tema, oggi, in Sicilia, è la democrazia. C’è un Governo regionale eletto da un’esigua minoranza. Dove, però, le minoranze debordano e si appropriano di spazi di potere a prescindere dal consenso popolare.

Il problema è duplice: governano male (e questo l’abbiamo già detto) e si appropriano di risorse che dovrebbero essere a disposizione della collettività.

E’ un caso che questo Governo punti a mantenere la gestione privata dell’acqua? E’ un caso se, oggi, chi controlla le discariche private controlla, addirittura, un ‘pezzo’ importante della stessa amministrazione regionale?

Questo giornale, lo scorso anno, di questi tempi, criticava aspramente il Governo regionale retto allora da Raffaele Lombardo. Criticavamo i suoi risultati di Governo, piuttosto modesti, e la sua frenesia nell’effettuare nomine.

Detto questo, dobbiamo – almeno su alcuni aspetti – rivalutare il Governo Lombardo, perché rispetto ai poteri forti, potenti e prepotenti – e non abbiamo alcun problema a scrivere che ci riferiamo a Confindustria Sicilia – il Governo Lombardo è stato un argine. Mentre con il signor Crocetta da Gela l’argine non c’è e i signori di Confindustria Sicilia spadroneggiano.

Anche se in ritardo – ma noi quando sbagliamo riconosciamo i nostri errori – dobbiamo rivalutare il Governo Lombardo che, lo ribadiamo, è riuscito (forse non senza pagare prezzi alti) ad arginare la prepotenza di Confindustria Sicilia.

Oggi, guardando non soltonto ai disastri politici e amministrativi di Rosario Crocetta, ma guardando, soprattutto, al peso enorme che Confindustria Sicilia esercita in questo Governo, beh, dobbiamo riconoscere che alcune cose, un anno fa, ci erano sfuggite.

Ricordate il progetto, sponsorizzato anche da Confindustria Sicilia, in combutta con altri soggetti, di privatizzazione integrale delle coste siciliane? L’anno scorso il parlamentare del Pd Pino Apprendi ha presentato un coraggiosissimo atto ispettivo (e forse anche per questo non è stato rieletto). Ma anche dentro al Governo Lombardo – per fortuna – ci sono state valorose resistenze a un progetto che, se attuato, avrebbe snaturato e privatizzato quasi tutte le coste siciliane.

L’anno scorso abbiamo ‘letto’ male la ‘guerra’ che si è scatenata attorno a questo progetto. Oggi abbiamo tutti gli elementi per affermare che, se questa mega speculazione sulle coste è stata sventata, il merito è anche del Governo Lombardo e di una parte del Pd.

Ci capita spesso di criticare il Pd siciliano, ma dobbiamo riconoscere che, come tutti i grandi Partiti, ha ombre e luci: e così come, qualche settimana fa, nel Partito democratico sono prevalse le luci, quelle che hanno bloccato il folle progetto del mutuo da un miliardo con la Cassa Depositi e Prestiti che la Regione avrebbe dovuto contrarre per pagare le imprese (idea del solito assessore ‘romano’ Luca Bianchi, questa volta, per fortuna, ‘stoppato’), anche l’anno scorso a prevalere sono state le luci, contribuendo a bloccare l’altrettanto folle progetto di ‘cementificazione’ di tutte le coste siciliane.

Ok. Ci siamo sbagliati. In tante cose, sul Governo Lombardo non pensiamo di avere sbagliato. Ma, rispetto a Confindustria Sicilia, lo ribadiamo, ci siamo sbagliati: Lombardo a alcuni suoi assessori sono stati un argine alla prepotenza di certi signori. 

Detto questo, invitiamo il Parlamento siciliano a vigilare su questi signori di Confindustria Sicilia, senza consenso popolare, ma con tanta prepotenza e con tanto potere. L’onorevole Nello Musumeci, presidente dell’Antimafia regionale, ha detto che si batterà per fare luce sui gruppi di pressione che oggi condizionano la politica siciliana.

La cosa ci fa ben sparare. Anche perché i gruppi di potere che, lo scorso anno, avrebbero voluto impadronirsi delle coste siciliane, privatizzandole, oggi sono molto più forti di un anno fa. E, sotto questo profilo, Crocetta e il suo ‘socio’ storico, Giuseppe Lumia, non danno alcuna garanzia. Se sono stati capaci di rimangiarsi l’impegno assunto in campagna elettorale per l’acqua pubblica, sono praticamente capaci di tutto.

Ben venga, alla ripresa dei lavori parlamentari di settembre, un’indagine approfondita su certi gruppo di pressione. Per fare chiarezza su tutto: anche su certi ‘attentati’ che, guarda caso, arrivano, con la precisione di un orologio svizzero, proprio quando certi ‘Professionisti dell’Antimafia’ sono in grande difficoltà. Che ‘tempismo’, no?

 

 


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