Una tavola rotonda che raccoglie le testimonianze di tanti professionisti che hanno scelto di tornare e lavorare in Sicilia. L'incontro servirà anche a raccogliere fondi per una borsa di studio alla Bocconi
Ritorno e Futuro, antidoto alla fuga dei cervelli «Lavorare qui solo se si vuole migliorare Isola»
Il fenomeno della fuga di cervelli è un tema di grande attualità in Italia ma, per chi ogni anno decide di andare via, c’è anche chi torna per mettere a frutto le competenze acquisite. Un fenomeno migratorio inverso del quale si parla durante l’incontro in programma al Neu alle 18.30, intitolato Ritorno e Futuro, con professionisti che hanno scelto di continuare la propria carriera nella loro terra d’origine, la Sicilia. La tavola rotonda serve anche a raccogliere fondi per una borsa di studio all’Università Bocconi, assegnata a uno studente meritevole.
Espone la sua esperienza di studio all’estero e ritorno uno dei relatori Giuseppe Castellucci, cofondatore di Engineers Developing Ideas, società di sviluppo software e organizzatore dell’evento. «L’idea di questa conferenza – afferma Castellucci – prende spunto dalla collaborazione con Bocconi Alunni per realizzare una raccolta fondi per uno studente siciliano meritevole. Il piano sarebbe di raccogliere soldi sul territorio che permetterebbero a uno studente, scelto da una commissione dell’università milanese, di studiare alla Bocconi, per poi avere la possibilità di tornare e mettere a frutto l’esperienza e la formazione acquisite».
Tra gli ospiti anche Filippo Lazzara che guida come Center Director due premiate scuole di inglese per My English School, Nicola Adamo passato dall’ingegneria informatica alla produzione ed esportazione in tutta Europa di prodotti siciliani d’eccellenza, e Federico Papa cofondatore della start up Ludwig che offre un innovativo motore di ricerca linguistico e traduttore intelligente. L’iniziativa vede il sostegno di tre aziende siciliane Masseria La Chiusa, Elios – best of Sicily e Panificio Guccione.
«Tornare per lavorare in Sicilia – prosegue Castellucci – non è facile: le dinamiche caratterizzanti di questa terra rendono spesso difficile realizzarsi professionalmente. Secondo me se si vuole lavorare in Sicilia lo si deve fare con lo scopo di riuscire a migliorarla, altrimenti, a causa delle barriere, è più facile andare fuori. Gli stimoli fuori sono molti e la valutazione di intraprendere una carriera in Sicilia deve unire sia il piano umano che lavorativo L’esperienza all’estero è stata importante, ma con la possibilità di lavorare in Sicilia ho deciso di lavorare qui, anche per stare più vicino alla famiglia».