L'odissea di un agente della polizia penitenziaria diretto a Napoli da Catania. La compagnia aerea lo ha lasciato a terra insieme ad altre 29 persone, proponendogli alcune soluzioni alternative. Alla fine il protagonista di questa storia ha preso un treno
Ritorno a casa da incubo dopo il mancato imbarco «Escluso dal volo per il malore di un’assistente»
«Abbiamo proposto il volo alternativo. Non è più un problema nostro». È la risposta fornita da Volotea, la compagnia aerea low cost con sede a Barcellona, a Vincenzo, un agente napoletano della polizia penitenziaria, reduce da una due giorni all’aeroporto Fontanarossa di Catania a seguito di alcuni imprevisti che non hanno permesso la sua partenza per Napoli. Città in cui l’agente doveva recarsi per poi raggiungere la casa circondariale di Poggioreale. Ma i 129 passeggeri del volo V71834 non hanno potuto raggiungere il capoluogo partenopeo nei termini previsti.
L’avventura dell’agente penitenziario comincia a maggio quando decide di prenotare un volo andata e ritorno, destinazione Catania, per trascorrere del tempo con la fidanzata. La sera del 16 luglio, giorno in cui Vincenzo avrebbe dovuto prendere l’aereo di ritorno, «giunti al gate, e senza darci tante spiegazioni, gli operatori hanno bloccato le operazioni di imbarco e ci hanno comunicato che il volo era stato cancellato», spiega l’agente. Alla base della decisione della compagnia sembrerebbe esserci stato un malore di un’assistente di volo che ha costretto il comandante dell’aereo ad annullare la tratta. «Non è voluto partire perché per legge – così ci hanno detto, precisa Vincenzo – venendo meno un’assistente di volo, potevano imbarcare solo cento persone su 129». Trascorsi venti minuti, arriva la decisione della compagnia: «Con toni poco gentili – spiega Vincenzo riferendosi agli operatori – hanno fatto una lista con chi non sarebbe potuto partire».
L’elenco degli esclusi, 29 persone in tutto tra i quali anche l’agente, ha generato un momento di trambusto che ha comportato anche l’intervento delle forze dell’ordine. Ma le proteste non sono bastate. L’aereo è partito alle 20.10 lasciando a terra i 29 esclusi. Trascorsa un’altra ora arriva la proposta di un viaggio alternativo. Un volo con partenza alle 21.30 diretto a Roma e da lì in bus fino a Napoli. Vincenzo però non ha accettato. «Sarei arrivato alle 2.30 a Napoli – spiega – e non avrei saputo dove dormire». Ma non finisce qui perché la compagnia ha avanzato ulteriori proposte. Un aereo che partiva la mattina seguente e che prevedeva uno scalo a Milano per poi raggiungere Napoli in bus. «Una soluzione inaccettabile», per Vincenzo. La terza alternativa arriva il giorno successivo: partenza alle 9.30 da Catania con scalo a Milano e poi Napoli. «Abbiamo dato il nome in sette – spiega l’agente – Ci hanno dato un coupon da 70 euro per un panino e un albergo, l’hotel ad Acireale l’abbiamo raggiunto con un pulmino messo a disposizione dalla stessa Volotea».
Passata la nottata a spese della compagnia, l’appuntamento viene fissato alle 8 in aeroporto. «Appena ho dato il mio nominativo – spiega Vincenzo – mi dicono che non risulto nella lista». Dopo la bagarre che ne è scaturita il passeggero viene raggiunto dal supervisore dell’aeroporto che prova a trovare una soluzione e imbarcarlo in un altro volo Volotea diretto a Napoli con partenza alle 9.30. «Ma la compagnia – sottolinea – non mi ha fatto partire perché avevo già rinunciato al volo alternativo e loro non potevano fare più nulla». Così Vincenzo è stato costretto a «sborsare altri 55 euro» e a prendere il treno. L’agente ha già fatto reclamo attraverso il sito della compagnia aerea e ha annunciato il ricorso alle vie legali. MeridioNews ha provato a contattare la compagnia aerea per una replica senza ottenere risposta.