La Agrigento-Palermo si conferma tra le dieci peggiori linee d'Italia nell'annuale report dell'associazione ambientalista. Per Giosuè Malaponti, che ha effettuato un monitoraggio delle tratte più battute, «dal 2001 si parla sempre di soldi da investire sulle ferrovie»
Ritardi e disagi dei pendolari nel rapporto di Legambiente «In otto giorni da Catania a Palermo 1618 minuti di ritardo»
Di primati negativi la Sicilia è campione. E ancora più tristi sono quei record che si ripetono anno dopo anno. È il caso della Agrigento-Palermo, la tratta ferroviaria che collega le due importanti città dell’isola e che da anni stazione tra le dieci peggiori linee d’Italia individuate da Pendolaria, il rapporto di Legambiente che fotografa la situazione dei treni in Italia. Per l’associazione ambientalista «quasi ovunque, rispetto allo scorso anno, nulla è cambiato per le linee peggiori per i pendolari, che sono oggi il triste emblema della scarsa qualità del servizio che accomuna diverse aree del Paese». Così la Palermo-Agrigento conferma per il secondo anno consecutivo un triste sesto posto.
Nella descrizione del report «il tempo di percorrenza è di un’ora e 55 minuti (per il treno più veloce), la velocità media di 67 km/h, e sono dodici le coppie di treni che quotidianamente percorrono la linea lunga 137 km ed elettrificata dagli anni ’90. Malgrado la domanda di spostamento tra le due città sia molto rilevante, solo una percentuale bassa si sposta in treno e la ragione sta nel fatto che i treni sono pochi rispetto alla capacità della linea e risultano molto spesso in ritardo, specialmente nelle giornate di pioggia, quando in molte stazioni si allagano i binari e si verificano frane».
I quotidiani ritardi e gli eterni disagi di chi ogni giorno utilizza il treno per spostarsi vengono da tempo raccolti e raccontati da Giosuè Malaponti, presidente del comitato pendolari siciliani. «Già dall’anno scorso ho dato la dritta a Legambiente di puntare, per cosi dire, più sulla Palermo-Agrigento che sulla Palermo Trapani – afferma – Perché fino a Trapani al momento si andava in pullman per via dell’anello ferroviario, e quindi aveva poco senso. Faccio comunque notare che dal 9 dicembre sono cambiati gli orari dei treni, per questo ho fatto un monitoraggio dall’1 all’8 di questo mese sulle tratte più frequentate in Sicilia: si tratta di 912 treni che hanno riportato la bellezza di 6483 minuti di ritardo e 2772 filoni di treno non effettuati. Tra le tratte con più ritardi la Catania-Palermo con 1610 minuti di ritardo, che dunque è veloce (come afferma Trenitalia) ma a convenienza».
Malaponti poi cita le recenti esternazioni di Maurizio Gentile, amministratore delegato di RFI e commissario per le Infrastrutture, in cui si riferiva di 14 miliardi di euro da utilizzare in Sicilia. «Sono soldi di cui si parla dal 2001, sono sempre gli stessi – afferma il presidente del comitato pendolari – e si parla sempre delle stesse opere. Aumentano solo le cifre da spendere. Faccio un esempio: l’ammodernamento della Palermo-Trapani dai 300 milioni iniziali è schizzata a 491 milioni. Qual è la logica? Sono passati 17 anni e la situazione resta sempre la stessa. Per questo chiediamo un cronoprogramma degli interventi, con tempi e finanziamenti certi».
Tra il report di Legambiente e quello di Malaponti, insomma, la radiografia dei treni in Sicilia è impietosa. Non certo un buon auspicio per chi vorrà o dovrà utilizzare questo mezzo di trasporto nel periodo delle festività natalizie. E per gli abitanti del capoluogo siciliano non resta che affidarsi agli auspici. Come quelli relativi al tram. «Le nuove sette linee tramviarie a Palermo – scrive ancora l’associazione ambientalista – vanno a completare i percorsi delle quattro linee esistenti integrandoli e connettendo le periferie al centro cittadino, al passante ferroviario e all’anello ferroviario. Si tratta in totale di circa 67 chilometri di nuovi binari con le prime quattro nuove linee, denominate A-B-C- E (Stazione Centrale-Stadio; Notarbartolo-Duca della Verdura; Ponte Calatafimi-Orleans-Centrale; piazza De Gasperi alla Stazione Francia) che sono finanziate con 426 milioni di euro e vedranno luce entro il 2022. I finanziamenti provengono in parte dal Patto per Palermo (198 milioni), dalla Regione Siciliana (50 milioni) e da altre risorse, inclusi i cofinanziamenti di privati. Per le altre tre linee (Bonagia-Orleans, Giachery-Balsamo e Sferracavallo-Cardillo) i tempi saranno più lunghi e ancora non si conosce una data. Bacino d’utenza: 150.000 abitanti. Costi: 698 milioni di euro, di cui 426 disponibili».