Ristrutturare le abitazioni date ai senza casa L’idea di associazioni e imprenditori antiracket

L’intento è quello di aiutare le famiglie in difficolta a ristrutturare le case assegnate dal Comune. La solidarietà trova casa è questo il nome dato da un insieme di associazioni che da anni operano sul territorio di piazza Magione: tra queste Addiopizzo, Handala, Altro diritto, Arte Migrante, Cledu, Emmaus, Moltivolti e l’Associazione Santa Chiara. Gli imprenditori della rete di Addiopizzo si sono messi così a disposizione fornendo manodopera e materiali, ma è «fondamentale la partecipazione dell’intera comunità, un aiuto concreto da parte di tutti».

Per questo hanno deciso di organizzare una cena di autofinanziamento oggi a Santa Chiara. «Ad alcune famiglie, private per anni del diritto fondamentale alla casa – spiega Laura Nocilla di Addiopizzo – sono stati assegnati dal Comune di Palermo, attraverso una graduatoria, appartamenti confiscati alla mafia lo scorso 10 febbraio. Queste abitazioni, però, hanno bisogno di una serie di interventi per essere rese abitabili. Le famiglie assegnatarie, data la condizione di povertà in cui versano, non possono fare tutto da sole, così abbiamo deciso di aiutarle».

Le famiglie che saranno sostenute in questa prima fase saranno due: le loro nuove abitazioni hanno bisogno dei bagni nuovi perché attualmente sono inagibili, una delle due case necessita di tubature nuove, lavori economicamente impegnativi che le famiglie non avrebbero potuto affrontare. «Da tempo, lavorando a piazza Magione, abbiamo avuto modo di conoscere altre associazioni che lavorano sul territorio ma anche alcune di queste famiglie in difficoltà – aggiunge – come investimento collettivo (che grazie al consumo critico ha raccolto circa 40mila euro) abbiamo deciso di realizzare un parco giochi nella piazza, ma la riqualificazione di una piazza non passa solo per i giochi per bambini, così abbiamo deciso che una parte dell’investimento sarà devoluta per creare un percorso educativo che porteremo avanti nel tempo. Lo stesso bisogna fare con le case date ai senza casa».

«Abbiamo cercato di introdurre anche un concetto importante e cioè il protagonismo delle famiglie – conclude – loro stanno effettuando molti lavori di manutenzione grazie ai materiali donati dagli imprenditori. È importante uscire dalla logica assistenzialista, ma la gente va messa nelle possibilità di operare il giusto prima del cattivo, altrimenti la legalità rimane un lusso per pochi». Un percorso appena iniziato questo che però vuole essere il più partecipato e condiviso possibile: «Qualunque altra realtà, associazione o movimento che ha voglia di collaborare – dice Massimo Castiglia di Handala – è il benvenuto all’interno di questo percorso».


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