La riserva naturale che non esiste quasi più. Wwf: «Appello alla Regione è ultimo tentativo disperato»

In Sicilia c’è una riserva naturale che non solo è in pericolo, ma la possibilità che possa scomparire è ormai molto più che un rischio, è una probabilità. Si tratta della riserva del lago di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta. Una piccola ma importante macchia di verde a ridosso del paese di cui però la Regione e le istituzioni si sono del tutto dimenticate, ma nel vero senso della parola. «La riserva è stata istituita nel 2000 – dice a MeridioNews Ennio Bonfanti, presidente Wwf Sicilia centrale – e subito è stata assegnata a quella che allora si chiamava provincia di Caltanissetta, ma non è mai stato nemmeno individuato un presidente o una governance, con il sito caduto in grave stato di abbandono, tanto che l’anno scorso è stato coinvolto in un incendio molto esteso».

Per questo ieri, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, il comitato Lago Soprano – Bene Comune, di cui fanno parte Wwf e amministrazione comunale, ha inviato una nota al presidente della commissione ambiente dell’Assemblea regionale siciliana. «È il nostro ultimo tentativo disperato – continua Bonfanti – La riserva ormai praticamente non esiste più, la siccità si è fatta sentire anche qui e il lago è completamente secco. Il fondale non è mai stato dragato e poi non si tratta di un lago con degli affluenti, è alimentato solo dall’acqua piovana e da quella di alcune falde acquifere». E dire che il sito è importante da un punto di vista naturalistico, riferimento per diverse specie di uccelli migratori e ospita una flora molto particolare, soprattutto quella sotto il livello delle acque – quando ci sono – tant’è che è stata dichiarata anche Zona speciale di conservazione dal ministero.

Nella lettera indirizzata a palazzo dei Normanni, il comitato descrive con minuzia la situazione in cui versa la riserva e chiede «un’ispezione dei deputati regionali presso l’area protetta e una seduta speciale aperta al pubblico presso il Comune di Serradifalco», si legge. «Da quando la riserva esiste – continua ancora il presidente del Wwf – non è mai stata apposta una segnaletica, solo un paio di cartelli, non è mai stato creato un percorso, pulito un sentiero, niente. E le conseguenze sono disastrose: anzitutto l’incendio dello scorso anno. Poi, non essendoci controlli, c’è un pastore che senza nessuna remora porta al pascolo lì i suoi animali».

Ma il paradosso è un altro ed è di natura economica: «Il lago, anche quando è pieno, è molto piccolo, bastano pochi minuti per girarlo completamente, non servono tutti questi soldi per mettere in piedi la riserva. L’ostacolo più grande può essere quello della ex provincia, che ormai è al collasso e dovrebbe assumere personale per gestirla, ma anche in questo caso il problema sarebbe di facile soluzione: il Comune di Serradifalco si è più volte dichiarato disponibile a prendere in mano il sito. D’altra parte anche se riuscisse a fare poco, sarebbe pur sempre meglio dello zero attuale».


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