Un posto splendido con i laghi di Ganzirri, ma pieno di rifiuti. A usarlo sono i canottieri del circolo Peloro dove è cresciuto l'iridato under 25, costretto poi a lasciare Messina. «Ho gareggiato in riserve di tutto il mondo, si potrebbe fare anche qui». Foto e video
Riserva Capo Peloro nel degrado, il dossier dei canottieri Il campione mondiale Ficarra: «Qui si potrebbe gareggiare»
Un dossier per far vedere alla città metropolitana di Messina in che condizioni si trova la riserva naturale di Capo Peloro. L’area a nord di Messina che comprende i laghi di Ganzirri è nel degrado più assoluto, sepolta da immondizia di ogni genere. Lo sanno bene i canottieri del circolo Peloro che si allenano nei due specchi di acqua e che vorrebbero valorizzare al meglio la vocazione di quest’area a fini turistici e sportivi. A sostenerli in questa battaglia è il consigliere comunale di LiberaMe, Alessandro Russo, insieme al campione del mondo under 25 di canottaggio Giovanni Ficarra.
«Abbiamo l’autorizzazione all’utilizzo di 700 metri di lago su 1,7 chilometri per vogare con le nostre imbarcazioni. Non abbiamo alcun impatto sulla popolazione animale – spiega Ficarra che è anche tra i dirigenti del circolo canottieri Peloro – e se c’è è positiva, perchè sembra che da quando la riserva è stata istituita nel 2001 le specie di uccelli, come aironi e garzette, che arrivano nel lago grande a Ganzirri sono aumentate: e in questo periodo, l’unica costante, in mezzo a decine di variabili, siamo stati noi canottieri».
Sono circa ottanta i ragazzi alleanati da Ficarra che ben conoscono le condizioni della riserva. Al momento possono usare solo quesi 700 metri, ma hanno chiesto all’ente gestore di creare una corsia più lunga per poter fare canottaggio. «Vogliamo poter essere messi in condizioni di remare in maniera tranquilla, nel rispetto dell’ambiente e delle regole. Io ho gareggiato in riserve naturali in tutto il mondo. Il lago di Aiguilette, quello di Candia è quello di Pieduco che è un centro di preparazione olimpica sportiva e si trova dentro un’area protetta. Si potrebbe arrivare ad un accordo – spiega – siamo aperti a tutto, e potremmo rendere la riserva ancora più tutelata rispetto a quanto non lo sia già», continua l’iridato che spera di «evitare che altri ragazzi come me debbano lasciare Messina per fare canottaggio a alti livelli. Ma 700 metri sono troppi pochi per allenarsi. Io l’ho fatto dal 2006 al 2010, poi sono dovuto andare via. Se ottenessimo questa corsia potremmo tranquillamente vedere colorarsi di azzurro un messinese. La possibilità c’è, dobbiamo solo trovare la strada giusta».
Uno dei problemi che vanno risolti è anche il regolamento che vieta di utilizzare per attività diportistiche quella parte di lago in cui però «lo stesso gestore della Riserva ha piazzato il pontile di discesa in acqua – prosegue Ficarra – per cui noi dobbiamo per forza passare da lì». Con l’aiuto dei canottieri il consigliere Russo ha girato un video di 30 minuti che è stato allegato al dossier che invieranno alla Città metropolitana. «Sono trascorsi 18 anni dalla nascita della riserva di Capo Perloro – sottolinea il consigliere comunale – e grazie al giro in canoa fatto con i ragazzi ho potuto anche io rendermi conto del degrado diffuso in quell’area. Ci sono tanti rifiuti accumulati negli anni sia sugli argini sia sui fondali». L’analisi di Russo va oltre gli specchi di acqua dei due laghi e fa notare come «sia nell’area di riserva che in quella di preriserva sono state realizzate opere edilizie impattanti, nonostante ci sia un vincolo quasi assoluto». Ecco perché chiedono che si convochi un tavolo tecnico in cui sieda un’autorità terza che certifichi in maniera scientifica e inattaccabile se quel regolamento introdotto nel 2001 sia ancora valido o debba essere modificato.