«Un servizio di assistenza che, invece di agevolare il contribuente, creerebbe disagi e lo farebbe desistere dal richiedere i chiarimenti e la documentazione». Lo denuncia l'associazione dei consumatori che chiede alla Regione di effettuare ispezioni, anche per capire come le irregolarità hanno fatto crescere il deficit della stessa società
Riscossione Sicilia, esposto di Adiconsum «Procedure irregolari fanno crescere i contenziosi»
Procedure lente e farraginose per avere notizie e documenti da Riscossione Sicilia, tali da rendere a volte impossibile per i cittadini di presentare eventuali ricorsi. Un percorso a ostacoli creato dalla società che riscuote le imposte nell’Isola in cui incappano quotidianamente migliaia di cittadini. E’ quanto denuncia l’Adiconsum, che ha inviato un esposto al presidente Rosario Crocetta, all’assessore all’economia Alessandro Baccei e al presidente della stessa società che da pochi mesi è l’avvocato catanese Antonio Fiumefreddo. E proprio a Catania l’associazione registra, attraverso le attività di sportello, la situazione peggiore.
«Riscossione Sicilia – comunica Adiconsum – metterebbe in atto un servizio di assistenza e di informazione che, invece di agevolare il contribuente, creerebbe disagi e, il più delle volte, lo farebbe desistere dal richiedere i chiarimenti e la documentazione che lo riguardano. Ciò a causa di informazioni carenti, fornitura di atti insufficiente e di lungaggini burocratiche cui sottostare per ottenere i documenti richiesti. Questo, sottoponendo gli utenti al rischio della scadenza dei termini per impugnare gli atti».
Sono tanti i documenti per cui la procedura viene definita troppo lunga. Per gli estratti di ruolo (cioè un estratto conto che rilascia lo sportello dal quale è possibile vedere tutti i debiti che il contribuente ha verso l’agente della riscossione), per le relate di notifica (cioè la certificazione dell’avvenuta notifica che l’ufficiale giudiziario deve stendere. «Documenti che – sottolinea l’associazione – spettano di diritto. Invece l’iter per averli è tortuoso e non arriva a una conclusione secondo le norme vigenti».
«Bisogna presentarsi allo sportello dell’Agente della riscossione – ha ricostruito Adiconsum – attendere il proprio turno, compilare una prima domanda in risposta alla quale sarà consegnato un conto corrente postale con l’importo da pagare (invece che permettere i pagamenti con il Pos). Dopo essersi recati alla Poste dove si farà un’altra fila, si dovrà tornare allo sportello di riscossione il giorno stabilito dallo sportellista (circa 20 giorni dopo), attendere nuovamente il proprio turno, e consegnare la ricevuta del pagamento per il ritiro della documentazione richiesta, che alla fine sarà per lo più parziale e non conforme alle norme vigenti». Peggio ancora a chi prova a fare richiesta via email. «Gli utenti lamentano il trascorrere di mesi per ottenere delle risposte», scrive Adiconsum.
Altri punti critici vengono segnalati nella notificazione degli atti in momentanea assenza del contribuente, cioè quando gli atti vengono consegnati in mani diverse da quelle del destinatario o, in sua assenza, depositati alla casa comunale. «Riscossione Sicilia dovrebbe esibire o fornire la ricevuta della raccomandata, il cui invio è espressamente previsto – dice l’associazione – ma questo non avviene».
Altra condotta censurabile, ad avviso di Adiconsum, è stata riscontrata nella gestione, da parte dell’Agente della Riscossione per la Provincia di Catania, nella procedura relativa al pignoramento presso terzi, in particolare negli anni 2007 e 2008, che ha determinato aggravi di mora per il contribuente e ritardi nel riversamento agli enti impositori delle somme riscosse.
Adiconsum chiede dunque alla Regione di «disporre accurate ispezioni per controllare simili comportamenti e accertare eventuali omissioni e irregolarità nella gestione di Riscossione Sicilia, e quanto esse hanno influito sulla crescita del contenzioso e sul deficit dei bilanci degli ultimi anni». Già perché un contenzioso tra agenzia di riscossione e cittadino pesa anche sulla prima, perché «determina un aggravio dei carichi di lavoro, che si riversa poi negativamente sui lavoratori esattoriali, e un aggravio di spese che si riversa sulla collettività, per il pagamento degli straordinari, dei legali che curano la difesa dell’Agente della riscossione e, in caso di soccombenza, per il pagamento delle spese di giustizia e per l’annullamento del carico iscritto a ruolo che deve essere rimborsato direttamente dall’Agente della riscossione all’Ente impositore, che l’ha iscritto».