Il 22enne catanese è morto durante la nota salita di Sangiuliano nell'edizione 2014 dei festeggiamenti agatini. Adesso il Comitato per i festeggiamenti agatini, l'Arcidiocesi di Catania e il ministero degli Interni sono stati condannati dal tribunale civile di Catania a risarcire i genitori, la moglie e i due figli con quasi un milione di euro
Risarcimento alla famiglia del devoto Calì Chiesa e ministero pagheranno 900mila euro
Oltre 900mila euro. Tanto, secondo il Tribunale civile di Catania, spetta ai famigliari di Roberto Calì, il devoto morto durante la festa di Sant’Agata del 2004. A pagare il risarcimento a genitori, moglie e due figli saranno il Comitato per i festeggiamenti agatini, l’Arcidiocesi di Catania e il ministero degli Interni.
Calì è rimasto ferito durante la nota salita di San Giuliano. Quando il giovane 22enne è caduto, la folla lo ha calpestato, provocandogli una vasta emorragia al fegato. L’indomani, il 7 febbraio, il ragazzo è morto a causa delle lesioni riportate nell’incidente. Ha lasciato la moglie Rita Consoli e due figli, il più piccolo di soli dieci mesi. Per la morte di Calì si è aperto un processo, ma tutte le posizioni sono state archiviate, tranne quella del capovara Alfio Rao. L’uomo è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a quattro mesi di reclusione.
Sentenza definitiva che ha portato anche alle dimissioni di Rao dal ruolo di capovara. A succedergli è stato il suo più stretto collaboratore Claudio Baturi, tutt’oggi in carica. Lo stesso che, nel 2012, ha negato a una folla inferocita di fedeli proprio la tradizionale salita di Sangiuliano per motivi di sicurezza.