Duro colpo per la malavita locale dedita allo spaccio. Le Fiamme Gialle del comune jonico hanno colto in flagranza di reato e tratto in arresto Giovanni Russo mentre innaffiava alcune tra le 265 piante di canapa indiana custodite dentro una serra. Gli arbusti, una volta essiccati, avrebbero fornito più di 250 chili di stupefacente di ottima qualità e con un forte principio attivo, che sul mercato avrebbero fruttato diverse centinaia di migliaia di euro
Riposto, scoperta piantagione di marijuana Sequestrate 265 piante e arrestato il custode
Si prendeva cura di 265 piante di canapa indiana, nascoste in una serra nel territorio di Riposto. Ma prima che gli arbusti fossero pronti ad essere essicati per diventare marijuana, la Guardia di Finanza ha scoperto la piantagione illegale e arrestato il suo custode, Giovanni Russo. L’uomo è stato colto in flagranza di reato grazie alle indagini e ad una serie di appostamenti degli agenti delle Fiamme Gialle, nellambito del controllo del territorio finalizzata alla prevenzione e alla repressione del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti, che lo hanno sorpreso mentre era intento a dare da bere alle piante, occultate allinterno di una serra perfettamente attrezzata, coperta da spessi teli di nylon e provvista di un sistema di irrigazione.
Per Russo è così scattato l’arresto, convalidato in sede di udienza per direttissima dal giudice del Tribunale di Catania. Le piante di canapa, invece, sono state estirpate dai militari e portate in laboratorio. Dalle analisi è emerso che dagli arbusti si sarebbe ottenuta marijuana di ottima qualità e con un principio attivo non solo già presente ma anche in forte evoluzione. Una volta essiccate, avrebbero permesso di ricavarne più di 250 chili. Quantità che, immessa sul mercato, avrebbe fruttato diverse centinaia di migliaia di euro. Completate le analisi di rito, la canapa sarà distrutta mediante la procedura di incerenimento.
L’operazione, condotta e portata a termine dai militari del Nucleo Mobile della Fiamme Gialle di Riposto, si attesta come un duro colpo inferto alla malavita locale dedita alla coltivazione e allo spaccio della marijuana.