Il presidente afferma di voler dare una nuova giunta alla Regione entro domani, a costo di decidere autonomamente. Ma parte per un viaggio già previsto. Da sciogliere il nodo rappresentato dalle richieste del Pd - che sembrerebbe volere sette poltrone - e degli alleati minori. Ncd si tira fuori
Rimpasto, Crocetta attacca ma va in Tunisia «Partiti depongano i bilancini degli assessorati»
«Il tempo è scaduto, non accetterò di far restare ulteriormente la Sicilia nella palude. I partiti facciano la loro parte responsabilmente, depongano i bilancini degli assessorati, indichino i loro nomi e si vada avanti rapidamente. Domani voglio dare una nuova giunta alla Regione. Con i partiti o decidendo autonomamente». Il presidente Rosario Crocetta prova ad accelerare per portare a compimento il quarto rimpasto del suo governo. Ma non cancella l’impegno internazionale previsto e domani volerà a Tunisi, dove resterà per qualche giorno per una missione commerciale.
Il nodo principale resterebbe il Pd che vorrebbe passare dagli attuali sei a sette assessori. Frutto della somma tra l’area renziana di Davide Faraone – che confermerebbe all’Economia Alessandro Baccei, ritenuto il garante del percorso delle riforme – e degli altri big siciliani che fanno riferimento al capogruppo all’Ars Antonello Cracolici.
Ma Crocetta non sarebbe disposto a concedere al suo partito una così larga rappresentanza. Difficile altrimenti accontentare gli altri alleati minori, a cominciare dalla nuova formazione dell’ex ministro Totò Cardinale, Sicilia futura, che vorrebbe due posti. Senza dimenticare l’Udc, Sicilia democratica e Megafono. Sembra non voler entrare nella partita delle poltrone, almeno per quanto riguarda la giunta, il Nuovo centro destra che, tramite il coordinatore regionale Giuseppe Castiglione, si tira fuori: «Il nostro è un no all’ingresso in giunta, ma un sì alla Sicilia e a una nuova stagione di riforme».
Come sottolineato sin dall’inizio, non si tratta di una crisi-lampo, nonostante le uscite dello stesso presidente. In mezzo anche la grave situazione dei conti, per cui domani ci sarà un nuovo incontro a Palazzo Chigi.