Vede la luce dopo mesi la riorganizzazione delle authority. Catania e Augusta insieme per la parte orientale dell'Isola, in quella occidentale accorpati Palermo, Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle. Cozzo: «La sede della governance non è un problema». Delrio: «La sfida è il confronto con le potenze mondiali»
Riforma porti, in Sicilia restano due autorità Messina con Calabria, la più grande d’Italia
Il governo Renzi rivoluziona la mappa delle autorità portuali e cambia volto anche la situazione in Sicilia. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto di «riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali», presentato dalla ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Marianna Madia. Quindici le autorità di sistema portuale rispetto alle 24 esistenti prima del decreto. In Sicilia ne rimangono due: quella occidentale e quella orientale. La prima vedrà Palermo capofila con accorpati i porti di Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle, mentre la seconda vedrà insieme le autorità di Catania e Augusta e la sede dell’autorità di sistema portuale sarà Augusta (non Catania come erroneamente indicato dal primo comunicato del ministero dei Trasporti, successivamente correto). I porti di Messina, Milazzo e Tremestieri trovano posto all’interno della nuova autorità portuale dello Stretto insieme ai porti di Gioia Tauro, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Crotone, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi e Vibo Valentia. Quest’ultima è la più grande tra le nuove authority in Italia e avrà la sua sede a Gioia Tauro.
In attesa di sciogliere il nodo riguardante la poltrona delle presidenze, bisogna cominciare a lavorare pensando a un’unica realtà portuale con le diverse specialità che ciascun porto presenta. È la convinzione dell’attuale commissario del porto di Augusta, Alberto Cozzo: «La scelta della sede della governance non è un problema – spiega -. In questi mesi ho il sospetto che si sia pensato più alla scelta dei presidenti che alla riforma. Anche perché il senso di questo provvedimento del governo è quello di ottimizzare le risorse. Se una nave deve attraccare ad Augusta perché qui i fondali sono di 22 metri, lo continuerà a fare nonostante la sede dell’autorità sia a Catania».
Anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, il messinese Giovanni Ardizzone, dice di guardare oltre le poltrone: «L’accorpamento di sette scali calabresi con Messina e Milazzo è un ottimo risultato. La creazione dell’autorità portuale dello Stretto, la più grande del Sud Italia, rappresenta un traguardo insperato. Non aveva senso restare tagliati fuori da questo circuito per la sola ambizione, molto localistica, di continuare a fare da capofila per poter esprimerne la presidenza. Il sistema Sicilia, con Augusta, Catania, Siracusa e Messina – prosegue Ardizzone – non avrebbe portato nessun vantaggio, né nuova ricchezza allo Stretto. Era sbagliato, quindi, fare un discorso di poltrone o di sede». Il presidente dell’Ars auspica adesso che «la nuova authority diventi la più competitiva del Mediterraneo, il vero porto del Sud Europa». La più grande autorità portuale di Italia consentirà alle due sponde dello Stretto di dialogare e portare avanti un percorso di rimodulazione dei trasporti a livello nazionale. Basti ricordare che la nuova authority gestirà il maggior traffico crocieristico e quello di trasporto merci su container.
Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, alza l’asticella: «La sfida è il confronto con le grandi potenze portuali del mondo, il Nord Europa, il Nord Africa, il Pireo, il Far East. Queste innovazioni servono a rendere concreta quella cura dell’acqua che abbiamo avviato e a valorizzare il Sistema Mare, che è uno dei nostri principali asset economici, attraverso il quale transita il 70 per cento delle merci italiane».