«I problemi nascono non solo dai continui guasti ma anche dai turni e dalla mancanza di figure chiave, questioni che stiamo affrontando con le parti sociali», spiega il presidente della Rap. Avviata la fornitura di 2.000 cassonetti. A breve Bellolampo riaprirà ai comuni della provincia.
Rifiuti, nuovi mezzi per frenare le emergenze Marino: «Riorganizzeremo il personale per la raccolta»
Le croniche difficoltà nella raccolta dei rifiuti, l’avvio della differenziata porta a porta, i nuovi mezzi in arrivo e la riorganizzazione del personale. Dopo l’ultima emergenza il presidente della Rap Sergio Marino traccia per MeridioNews un primo bilancio dell’azienda che conduce ormai da due anni.
Presidente, innanzitutto si è parlato di un contenzioso con il Comune sulla gestione degli incidenti e sul rifacimento delle strade. In ballo ci sarebbero fatture per 27 milioni, cifra che lei ha dichiarato esagerata. «La questione relativa al pagamento delle fatture da parte dell’amministrazione comunale è in via di risoluzione perché sono state predisposte le determine di pagamento per i servizi manutentivi resi dalla Rap».
Periodicamente però Palermo ricade nell’emergenza, un dato che fa pensare a problemi strutturali più che a questioni contingenti legate ai guasti dei mezzi. «Quasi tutti i rallentamenti spesso hanno origine ad inizio settimana: a partire dal precedente sabato pomeriggio non c’è servizio esterno di manutenzione mezzi e come sappiamo lo stato dei nostri compattatori e il loro numero richiede continui interventi di manutenzione per i servizi d’istituto. Con la messa su strada, a breve, dei nuovi dieci compattatori e con lo spazzamento meccanizzato, le criticità manutentive diminuiranno sensibilmente. Inoltre attendiamo la fornitura di nuovi cassonetti».
Ma è solo colpa dei mezzi guasti? «Anche se rileviamo possibili e auspicabili margini di miglioramento nei servizi resi dalle officine esterne, per i quali sono in corso valutazioni sui provvedimenti più opportuni da adottare, esistono condizioni fisiologiche che fanno innescare le emergenze, tra le quali la riduzione di mezzi disponibili e l‘insufficienza di cassonetti distribuiti in città. Quest’ultima circostanza impedisce ogni margine di volume residuo in grado di assorbire occasionali disservizi. Inoltre, l’azienda sta lavorando sul personale e sulla loro capacità di recupero per il ripristino delle condizioni di pulizia dell’intera città. Con la fornitura di mezzi in quantità sufficiente e di 2.000 cassonetti saranno possibili un servizio manutentivo ottimale ed una organizzazione delle squadre di raccolta in grado di intervenire tempestivamente ed efficacemente, congiuntamente alla collaborazione dei cittadini per il rispetto delle regole di conferimento e del senso civico, perché non abbandonino più gli ingombranti in strada. È questa la ricetta per migliorare i servizi».
A che punto è il ricambio, allora, dei mezzi più antiquati? «Come ho già detto, è prevista una massiccia acquisizione di nuovi mezzi. Per minimizzare i tempi per la redazione degli atti di gara si è fatto ricorso a vere e proprie task force, grazie alle quali sono state in parte bandite e in parte in via di definizione gare per l’acquisto di 20 minicompattatori – con i quali porremo finalmente fine ai disservizi provocati dall’impiego degli attuali mezzi il cui mantenimento è impresa impossibile – 60 autocarri, 1 lavacassonetti e 3 monoperatori – tutti con ricorso a fondi Jessica -, 3 autoveicoli cisternati per il trasporto del percolato, 6 pale, 3 promiscui, 2 autocarri con gru. Inoltre è imminente la consegna dei mezzi per la raccolta differenziata, consistente in 23 autocompattatori, 37 autocarri con vasca, 2 veicoli con sponda caricatrice, 1 autospazzatrice, 1 autotelaio con attrezzatura lift porta container con gru».
E per quanto riguarda, invece, l’immatricolazione dei mezzi per Palermo Differenzia 2? «Permane ancora il problema della forma giuridica da adottare per il trasferimento dei mezzi dal Comune a Rap. Tale problematica pare sia in via di imminente soluzione. Il Comune è orientato a trasferire i mezzi a Rap in usufrutto».
A che punto sono i lavori per la copertura delle vasche (il cosiddetto capping) necessari per poter accumulare i rifiuti nella sesta vasca della discarica di Bellolampo, operazione che costringe i comuni della provincia a conferire i rifiuti in discariche più lontane, con conseguenti maggiori spese? «A causa di un problema legato all’avvicendamento del direttore dei lavori si è registrato uno slittamento dei tempi di esecuzione di realizzazione delle opere. Il nuovo direttore dei lavori sta facendo quanto necessario per ultimare le opere. Nel piano industriale del triennio 2016/2018 si lavorerà sull’individuazione di ulteriori sedi, magari acquisendo anche terreni confiscati alla mafia, per dismettere quelle in affitto, come a Partanna, Pecoraino e Campisi, e allo stesso tempo rendere operativa la sede Ingham, previa acquisizione della proprietà dell’autoparco».
E il collaudo e la messa a regime del Tmb, l’impianto di trattamento meccanico biologico? Ci sono stati per davvero problemi con la biostabilizzazione, secondo le denunce del M5S, a causa della carenza di mezzi e delle volture delle utenze? «Il collaudo tecnico amministrativo in bianco, cioè le prove senza rifiuto, è stato già completato. A novembre partirà la formazione del personale e successivamente, con l’arrivo dei mezzi necessari all’impianto – caricatore con gru, pale, spazzatrici, cestelli mobili e così via – si avvieranno le prove sui rifiuti, e via via si incrementeranno i quantitativi per mettere l’impianto a regime. Le volture sono state definite. Non siamo a conoscenza di problemi di biostabilizzazione in quanto ancora l’impianto non è partito».
Cosa risponde ai sindacati che attribuiscono i recenti ritardi non solo alle difficoltà dei mezzi ma a diversi altri fattori come la carenza di attrezzature e dispositivi di protezione individuale, l’assenza di normali condizioni di sicurezza e tutela della salute negli autoparchi, negli spogliatoi e negli uffici di piazzetta Cairoli e l’inadeguata classificazione del personale? «La problematica della messa in sicurezza degli autoparchi è alquanto complessa perché gli autoparchi non sono di proprietà della Rap ma affittati dalla curatela Amia. Nei limiti del possibile si interviene per eliminare situazioni di pericolo incombente rimandando alla curatela fallimentare tutto ciò che comporta pesanti oneri economici. Per quanto riguarda la questione del personale, l’azienda ha un bisogno dichiarato e condiviso con le stesse organizzazioni sindacali di coprire alcuni vuoti in organico di alcune qualifiche chiave come gli autisti. La carenza di queste figure è dovuta ai numerosi pensionamenti e alla fuoriuscita di personale, che in questi ultimi anni ha sfiorato le 400 unità lavorative. Da un lato ha diminuito notevolmente il costo del personale ma dall’altro ha lasciato scoperte alcune figure chiave. Su questo argomento l’azienda ha inviato al Comune una proposta condivisa con i sindacati».