Rifiuti, interdittiva antimafia per Senesi spa Prefettura: «Concreto pericolo di infiltrazioni»

Ancora un colpo di scena per il settore dei rifiuti nell’Acese. In attesa della gara d’appalto per l’affidamento settennale del servizio ad Acireale e Aci Sant’Antonio, e dopo l’apertura delle buste non senza polemiche ad Aci Catena. Per un totale di circa 70 milioni di euro. L’ultima notizia riguarda la Senesi spa, la società marchigiana che, approdata in Sicilia da appena un anno, si è insediata in diversi Comuni del circondario, tra cui proprio Acireale e Aci Sant’Antonio. A frenare gli affari della ditta, però, potrebbe essere la prefettura di Fermo, con un provvedimento interdittivo antimafia emesso il 14 luglio.

La misura fa riferimento alla posizione dell’amministratore delegato Rodolfo Briganti. Accusato, stando agli inquirenti, di svariati reati: dal traffico illecito di rifiuti alla redazione di atti falsi, dall’ingiusto profitto all’indebito incremento del giro d’affari ottenuto gestendo gli impianti di raccolta al di sopra delle capacità degli stessi. Per finire con un risparmio fiscale sugli importi dell’ecotassa e la gestione abusiva di rifiuti pericolosi. Tutte accuse che, stando a quanto previsto dal Codice delle leggi antimafia, «fanno temere il fondato pericolo che l’attività di impresa possa agevolare le attività criminose o esserne in qualche modo condizionata». Per la prefettura marchigiana, in sintesi, la Senesi avrebbe un «concreto pericolo di infiltrazioni mafiose».

Dal canto suo, la società di raccolta dei rifiuti ha diffuso ieri pomeriggio un comunicato in cui esprime «sincera delusione per una simile conclusione fondata su fatti risalenti a oltre dieci anni fa, sui quali la Procura antimafia aveva richiesto la pronuncia di non luogo a procedere per qualsivoglia ipotesi di reato associativo». La ditta di Porto Sant’Elpidio ha annunciato ricorso al Tar per stabilire se ci sono gli elementi per annullare l’interdittiva. Che altrimenti, se confermata, farebbe decadere tutti i cantieri della Senesi. Al momento gestiti come consulente dall’ex direttore dell’Aimeri Ambiente Alfio Agrifoglio, già imputato per i reati di associazione per delinquere aggravata, truffa aggravata in concorso e traffico illecito di rifiuti aggravato. L’assunzione è arrivata dopo un’iniziale smentita. «Sulle persone si può cambiare idea – rispondeva pochi giorni fa Briganti a MeridioNews – La professionalità di Agrifoglio è indiscussa, al di là delle sue vicende giudiziarie».

Principale interessato dalla situazione è il Comune di Acireale, dove la società guidata da Briganti si è insediata a fine settembre 2014 in sostituzione della Dusty. «È stato un fulmine a ciel sereno – dichiara l’assessore all’Ambiente Francesco Fichera -. Già mercoledì siamo stati in prefettura, dando la piena collaborazione alle autorità. Stiamo cercando la ditta che dovrà eventualmente sostituire la Senesi a partire da agosto». Dagli atti emerge come l’amministrazione Barbagallo abbia inoltrato la richiesta della documentazione antimafia soltanto un mese fa. «I Comuni hanno possibilità di richiederla solo a ridosso della firma del contratto – commenta l’assessore -. Che però si concretizza solo dopo che la ditta fornisce una serie di documenti propedeutici. Ci siamo mossi appena possibile».

Oltre ad Acireale, a seguire l’evolversi della questione ci sono anche i Comuni di Aci Catena e Aci Sant’Antonio. Nel primo caso, risale a pochi giorni fa la notizia secondo cui la E.F. Servizi Ecologici – società vincitrice dell’appalto di 12 milioni – sarebbe stata raggiunta a sua volta da un provvedimento interdittivo antimafia che avrebbe portato la Senesi – l’altra partecipante alla gara – a gestire il servizio. L’eventuale conferma del Tar aprirebbe le porte a una nuova gara. «A oggi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte della prefettura di Catania di un presunto provvedimento nei confronti della E.F. Servizi Ecologici», dice l’assessore all’Ambiente di Aci Catena Giovanni Grasso. Ad Aci Sant’Antonio, invece, la Senesi non è al momento operativa, sostituita nell’ultima gara dalla Clean Up. Ma, almeno fino alla notizia dell’interdittiva, la ditta di Briganti veniva considerata una tra le principali candidate alla gara settennale che verrà espletata dall’Urega nei prossimi mesi. 


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