La percentuale di raccolta differenziata è passata dall'8 al 20 per cento. Accompagnata da multe per chi sgarra, videosorveglianza e l'uso delle isole ecologiche. Il sindaco Santo Caruso: «Purtroppo le lungaggini burocratiche non ci permettono ancora una progettazione di lungo periodo»
Rifiuti, il modello incoraggiante di Aci Sant’Antonio Più controllo e risparmi da 25mila euro al mese
Nessun proclama di vittoria, ma la soddisfazione di aver intrapreso la strada giusta per avvicinarsi agli standard previsti dalla legge in materia di gestione dei rifiuti. È questo il parere dell’amministrazione comunale di Aci Sant’Antonio, a cinque mesi dall’avvio della raccolta differenziata porta a porta. La giunta guidata da Santo Caruso – nelle figure dello stesso primo cittadino e dell’assessore all’Ambiente, Sebastiano Raneri – ha incontrato stamani i giornalisti per tracciare un primo bilancio di ciò che è stato fatto: «I numeri ci dicono che in pochi mesi siamo riusciti a passare dall’8 al 20 per cento di differenziata – ha dichiarato Raneri –. Cifre ancora lontane dall’obiettivo del 65 per cento, ma che ci fanno ben sperare per il futuro». Il nuovo sistema di raccolta, la cui applicazione è iniziata in pieno agosto ricevendo le critiche di chi riteneva il periodo non adatto a nuove sperimentazioni, dovrà tuttavia essere ancora perfezionato: «Ci sono zone – ha spiegato il sindaco – nelle quali ancora continuiamo con il sistema tradizionale dei cassonetti, ma l’obiettivo è quello di riuscire a estendere quanto prima il porta a porta su tutto il territorio. Per fare questo bisognerà sempre più puntare sulla sensibilizzazione dei cittadini».
Operazione che in questi di mesi è andata di pari passo con la persecuzione dei comportamenti non virtuosi: «Il nostro principale obiettivo – ha aggiunto Raneri – è principalmente quello di far capire alle persone quali siano le modalità corrette di conferimento dei rifiuti; ciò non toglie che se il caso lo richiede gli errori vanno pagati con le dovute sanzioni». In tal senso, da inizio ottobre a oggi la polizia municipale santantonese ha redatto 65 verbali per conferimento fuori dall’orario consentito e 11 per abbandono di rifiuti sul suolo pubblico. A contribuire alla creazione di microdiscariche in diversi casi sono stati cittadini provenienti dai Comuni limitrofi: «Purtroppo esiste una sorta di turismo del rifiuto – ha commentato Caruso – per cui persone residenti in Comuni nei quali la raccolta differenziata è già attiva pensano di andare a lasciare i propri rifiuti sul nostro territorio». Per ovviare a questo e agli altri problemi derivanti dall’inciviltà, l’amministrazione ha deciso di installare un sistema di videosorveglianza nei punti più sensibili: «È stata una scelta che ha già dato i suoi frutti, consentendoci di sanzionare diversi illeciti» ha detto il responsabile all’Ambiente.
Come detto, tuttavia, il vero salto di qualità dovrà essere ancora fatto e potrà arrivare da una pianificazione pluriennale del sistema di gestione di rifiuti. Pianificazione per la quale bisognerà ancora attendere: ad Aci Sant’Antonio da più di un anno opera la Senesi spa, ditta che finora ha lavorato sotto ordinanza fuori dagli schemi classici – gli appalti settennali – previsti dalla legge: «Con la Senesi le possibilità di proroghe scadranno a fine marzo – ha dichiarato il sindaco –. La nostra intenzione nell’immediato è quella di indire una gara pubblica che ci permetta di gestire la situazione per ancora qualche mese, per poi passare al bando settennale per l’affidamento del servizio. Purtroppo – ha aggiunto Caruso – le lungaggini burocratiche fanno sì che bisognerà attendere ancora un po’ per una progettazione di lungo periodo».
Nell’attesa, l’impegno rimane quello di migliorarsi anche attraverso un potenziamento dell’isola ecologica, che in questi mesi ha già garantito un risparmio alle casse comunali di 25mila euro al mese: «Siamo passati da 90mila a 65mila euro al mese per il conferimento in discarica dei rifiuti – ha concluso il primo cittadino –. Un risparmio non indifferente, specialmente per il nostro Comune che si trova in dissesto finanziario. Peraltro, con il passare dei mesi i cittadini hanno capito che sfruttare l’isola ecologica significa anche un risparmio diretto nel saldo Tares di fine anno».