Firmata anche la deroga, ma solo per 15 giorni, relativa alla discarica della Sicula Trasporti a Catania/Lentini. Ma da Roma la risposta che arriva a Palazzo d'Orleans prevede una serie di prescrizioni: tra cui una gara per inviare i rifiuti fuori dalla Sicilia e un disegno di legge da presentare all'Ars entro 90 giorni
Rifiuti, il ministero impone programma alla Regione «Avviare procedure e fare accordi per spedirli fuori»
Discariche piene, sovraccariche, costrette ad affrettare i tempi per il trattamento dei rifiuti, non riuscendo così a trasformare il prodotto secondo quanto prescritto dalla normativa. È un quadro drammatico quello che emerge dai pareri che l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ricostruisce nel parere inviato alla Regione, preliminare alla firma delle nuove deroghe. Dopo quelle firmate ieri dal governatore Nello Musumeci per gli impianti di Siculiana, nell’Agrigentino, di Bellolampo a Palermo, di Trapani, di Ragusa e di Enna, arriva oggi anche il via libera per le strutture di Catania/Lentini della Sicula Trasporti che ogni giorno riceve 2.800 tonnellate di rifiuti. Una deroga però di sole due settimane, con scadenza il 15 dicembre. Nel frattempo gli uffici regionali dovranno adottare il provvedimento per un aumento della capacità complessiva dell’impianto (con modifica sostanziale dell’Aia e verifica di non assoggettabilità alla Via), come chiesto dallo stesso gestore. A ordinarlo è il ministero dell’Ambiente in una nota, inviata al dipartimento Energia della Regione, che impone al nuovo governo Musumeci un cronoprogramma puntuale degli interventi necessari. Ordini che hanno il sapore del commissariamento, così come era stato per il governo Crocetta che però non è riuscito a portare a termine gli adempimenti.
Avviare le procedure per indire una gara per l’invio dei rifiuti fuori dalla Sicilia, stringere accordi regionali con questo obiettivo, verificare la fattibilità di installare ulteriori impianti mobili per il pre-trattamento dei rifiuti vicino le discariche regionali, effettuare una ricognizione degli impianti industriali autorizzati per il recupero energetico dei rifiuti, come i cementifici, presentare all’Ars entro 90 giorni un disegno di legge per il riordino dell’intero sistema. Sono queste le prescrizioni che il ministro Gianluca Galletti ha inviato ieri al presidente della Regione.
Azioni urgenti, visto che sono bastati due giorni di chiusura delle discariche per far scattare l’emergenza in alcuni territori: nel Trapanese, ad esempio. A Castelvetrano cumuli maleodoranti di spazzatura sono sparsi per le strade e la pioggia delle ultime ore ha peggiorato la situazione. A Mazara del Vallo il sindaco denuncia: «In questo momento abbiamo circa 400 tonnellate di rifiuti in mezzo alla strada e quasi 120 tonnellate dentro ai mezzi che avrebbero dovuto scaricare nella discarica di Trapani, ma purtroppo ciò non è stato possibile perché è piena nonostante il provvedimento della Regione ci autorizzi al conferimento». L’impianto di contrada Borranea è uno di quelli oggetto di deroga. L’Arpa, nel suo parere, scrive che «i volumi residui dell’impianto sono di fatto esauriti, come riscontrato dal sopralluogo del 10 novembre 2017 e come comunicato dallo stesso ente gestore». La società Trapani servizi infatti ha dichiarato che da ieri, 1 dicembre, non avrebbe più potuto garantire il servizio di trattamento.
Oltre che nella capacità, per alcune discariche il problema sta nel rispettare le prescrizioni contenute nelle Autorizzazioni di impatto ambientale e richiamate periodicamente dall’Arpa. L’eccessivo afflusso di rifiuti causa una riduzione dei tempi per il trattamento, soprattutto della frazione umida, e di conseguenza il mancato raggiungimento degli standard minimi di garanzia prescritti. Così l’Agenzia regionale, a conclusione del suo parere, scrive: «Per gli impianti per i quali è stato espresso parere favorevole, tali valutazioni sono state rese a condizione che vengano avviate e portate a termine entro tempi certi e definiti le procedure amministrative utili per il superamento dell’attuale deficit impiantistico». E ancora: «La mancata reiterazione degli effetti delle ordinanze se da un lato porterebbe il ritorno all’auspicato regime ordinario, in conseguenza del quale le piattaforme impiantistiche tornerebbero a gestire i flussi di rifiuti secondo le prescrizioni dei propri decreti autorizzativi, dall’altra parte comporterebbe invece per larga parte del territorio regionale, l’impossibilità di fatto a trovare una collocazione e un trattamento idoneo, a meno di non voler ipotizzare la spedizione in ambito extra regionale, compreso quello transfrontaliero».