Rifiuti e Covid, sindaci attacano Asp per ritardi gara «Costi sui Comuni». L’unica eccezione è per Catania

Una lettera dell’alfabeto – la d – e un’altra, intesa come missiva, che in questi giorni ha fatto bollire le chat a cui partecipano i sindaci della provincia. La questione dei rifiuti dei pazienti Covid, a cui nei giorni scorsi MeridioNews ha dedicato un approfondimento, continua a fare discutere. Nel mirino ci sono le tempistiche con cui l’ ha iniziato a muoversi per pianificare il servizio di raccolta e smaltimento della spazzatura prodotta nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi. Stando, infatti, a un’ordinanza di marzo del presidente della Regione Nello Musumeci, a occuparsene dovrebbero essere in primo luogo le Aziende sanitarie provinciali e solo nel caso ciò non possa avvenire i Comuni. Nella provincia etnea, in primavera il servizio era stato affidato alla Medieco Servizi, società con sede a Belpasso. L’appalto, però, riguardava nel complesso mille nuclei familiari. Numero che, con la seconda ondata di contagi, si è rivelato da subito inadeguato mandando in tilt la gestione dei rifiuti.

A casa dei positivi non va fatta la raccolta differenziata. I rifiuti vanno messi insieme, all’interno di due sacchetti, per essere destinati all’incenerimento o, in alternativa, all’abbancamento in discarica. È questo uno dei motivi per cui la Regione ha disposto che a occuparsi della raccolta siano le Asp e non le imprese che operano nei singoli Comuni. Ciò, però, da settimane non avviene e ha portato a diversi disservizi. «C’è chi non riesce più ad accettare di tenere a casa la spazzatura senza avere un’idea di quando verrà raccolta e chi – racconta il sindaco di Acireale Stefano Alì si lamenta di avere visto un vicino di casa positivo uscire in pianerottolo e fare le scale per conferire i rifiuti insieme agli altri». Alle ditte di raccolta i Comuni riferiscono i civici in cui sono presenti dei positivi, un’informazione che teoricamente dovrebbe servire per capire quali abitazioni saltare. «Ma quando ci sono condomini è pressoché impossibile riuscire a stabilire se davanti si ha il rifiuto della famiglia positiva o di un’altra in cui non ci sono infezioni in corso», ammette il primo cittadino acese.

Sulla scia delle polemiche e a margine di una riunione dagli animi caldi che si è svolta la scorsa settimana, il direttore generale dell’Asp Maurizio Lanza ha assicurato che si procederà presto all’affidamento del servizio. In tal senso, l’11 novembre, all’indomani di una diffida nei confronti della Medieco, l’Asp ha indetto una manifestazione d’interesse sul Mepa tra le imprese della provincia la cui ragione sociale inizia con la d. La lettera è stata scelta – si legge in un documento ufficiale – tramite sorteggio. A rispondere sono state tre ditte, che avranno tempo fino a domani per fare la propria offerta. Il capitolato d’appalto vede un costo per ogni singola raccolta di 50 euro più Iva (otto euro nel caso di raccolta in strutture collettive come le Rsa), a cui va aggiunta la fornitura di due contenitori monousio per famiglia e quattro buste. Il ritiro dei rifiuti dovrà avvenire entro 48 ore dalla richiesta, escludendo i giorni di sabato e domenica. Dall’avviso pubblicato dall’Asp non si esclude la possibilità di suddividere la provincia in quattro aree geografiche. 

Ma come verrà gestita la situazione fino al giorno in cui il servizio con la nuova ditta partirà? La risposta a questa domanda ha fatto scatenare le polemiche. Con una nota ufficiale l’Asp ha infatti fatto sapere che dovranno essere i Comuni a farsi carico del servizio, «a eccezione al momento del Comune di Catania tenuto conto della comunicazione resa in tal senso dall’attuale gestore Medieco Servizi». «In sostanza viene data la responsabilità agli enti locali di sopperire a una carenza di programmazione – attacca il sindaco di Acireale -. C’è la promessa che le somme verrebbero rimborsate ai Comuni, ma se l’affidamento del servizio non avverrà in tempi celeri bisognerà fare fronte a spese tutt’altro che esigue». Nella città dei cento campanili hanno fatto già i conti: «Con i dati attuali potremmo aggirarci sui 70mila euro al mese». «Questa vicenda ha dell’assurdo – rincara la dose il sindaco di Paternò Nino Naso – Parliamo di cose che erano prevedibili e invece si è arrivati fino ad adesso con un affidamento del servizio per appena mille famiglie. A Paternò da settimane non viene raccolta la spazzatura dei positivi».

Il problema dei rifiuti dei positivi inizia non riguarda soltanto l’area etnea. Ieri è stato Leoluca Orlando, nelle vesti di sindaco della Città metropolitana di Palermo, ha sollecitare l’Asp ad attivarsi affinché il servizio venga svoto correttamente. A evidenziare le criticità erano stati i sindaci dell’area di Termini Imerese. «Nei momenti di grave emergenza tutti siamo chiamati a sforzi eccezionali e a contare di più sono proprio i gesti di responsabilità quotidiana», ha detto Orlando.


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