Conferenza stampa stamani per presentare i risultati ottenuti nel secondo semestre dello scorso anno. A parlare Crocetta, l'assessora all'Energia Vania Contrafatto e i burocrati Maurizio Pirillo e Salvo Cocina. «Abbiamo rispettato i patti con il governo nazionale», dichiara il governatore. In aggiornamento
Rifiuti, differenziata cresciuta del sei per cento «Bene piccoli centri, molto male grandi città»
Sei punti percentuali nel secondo semestre del 2016. Così la Sicilia è riuscita a mantenere l’impegno assunto col governo nazionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e raccolta differenziata.
A presentare i dati raccolti dall’Ufficio speciale per la differenziata sono il presidente della Regione Rosario Crocetta, l’assessora all’Energia, Vania Contrafatto, il direttore del dipartimento Rifiuti, Maurizio Pirillo e il responsabile regionale dell’ufficio speciale per la differenziata, Salvo Cocina, durante una conferenza ancora in corso a palazzo d’Orleans. «Un risultato straordinario frutto di un lavoro diffuso – dichiara Crocetta -. La Regione si presenta oggi con un modello innovativo, a cominciare dall’impiantistica mobile, che è stata una intuizione che ci ha fatto risparmiare e ci ha consentito di partire subito con la biostabilizzazione».
I dati illustrati da Cocina parlano chiaro: «I Comuni sotto i diecimila abitanti riescono meglio a gestire il servizio di porta a porta, con punte del 50 per cento di differenziata – spiega il responsabile dell’ufficio speciale per la differenziata -. Il crollo assoluto avviene invece nei grandi centri, con percentuali molto basse, come a Palermo, Catania, Messina e Siracusa, dove si rimane al cinque per cento».
Tra i Comuni virtuosi in materia di differenziata, diversi piccoli e medi centri: da Calamonaci a Caltabellotta, da Comitini fino a Favara, Grotte o Racalmuto. Butera, poi, raggiunge il 66 per cento di differenziata, mentre a Delia si arriva al 69. Buoni anche i risultati di Gela, dove si toccano i 49 punti percentuali. Sempre nel Nisseno, a Niscemi il dato è del 50,6 per cento. Mentre nel Trapanese, Marsala sfiora il 60 per cento. «Insomma la differenziata è possibile, basta cambiare sistema», sottolinea Cocina. A fronte di risultati importanti, c’è anche chi continua a fare poco, con percentuali risibili. Oltre alle quattro grandi città citate, la situazione rimane critica ad Agrigento, dove la differenziata si ferma al 7,1 per cento. A Porto Empedocle, invece, è praticamente inesistente (2,2 per cento). Difficoltà anche ad Augusta, con l’otto per vento, e a Bagheria, dove però nell’ultimo mese l’amministrazione comunale risulta aver raddoppiato i risultati, superando il 16 per cento.
Crocetta ha poi ricordato gli sforzi affrontati a metà 2016, per trovare un accordo con il governo nazionale. «Quest’estate tutte le responsabilità ce le siamo assunte noi: io, l’assessora, il dirigente – attacca Crocetta -. Abbiamo operato senza dichiarazione dello stato di emergenza, nonostante era evidente che l’emergenza ci fosse. Tutti dissero che Crocetta sarebbe caduto sui rifiuti».
Dalle tabelle redatte dall’ufficio speciale per la differenziata, a partire dai dati Ispra del 2014, l’Ato che ha incrementato maggiormente la raccolta di rifiuti riciclabili è quella dell’hinterland palermitano, da San Cipirello a Corleone, fino a Bisacquino e Prizzi. Lì, da un misero due per cento si è arrivati all’attuale 34,5 per cento. Incremento notevole anche per l’Ato Messina 2, che dal tre per cento del 2014 è arrivata all’attuale 23 per cento. Resta sostanzialmente stabile l’Ato Palermo 6 che, con l’attuale 21,6 per cento di differenziata, è cresciuto di mezzo punto percentuale. Guardando invece alle Srr, cresce la Caltanissetta provincia sud, che dal 21 per cento del 2014 sfiora il 48 per cento. Male, invece, la Srr Enna provincia, che dal 6,8 per cento del 2014 lo scorso novembre ha registrato soltanto il 7,27 per cento.