L'appalto da 163 milioni di euro per la raccolta dei rifiuti a Catania, affidato alle aziende Ipi e Oikos, dovrebbe portare al 50 per cento di differenziata entro la fine del 2015. Ma attualmente è ferma all'11 per cento. «Le aziende dovrebbero pagare 6 milioni di euro di penali», afferma un dossier presentato dal deputato del Partito democratico Giuseppe Berretta. «Abbiamo trasferito 15 dipendenti del settore Ecologia perché imparentati con lavoratori delle ditte appaltatrici», risponde l'assessore all'Ecologia Rosario D'Agata
Rifiuti, Berretta: «Penali a ditte inadempienti» D’Agata: «Già in corso contenziosi legali»
«Poca differenziata, una città sporca, costi enormi per il conferimento in discarica, assoluta carenza di trasparenza». È il risultato, secondo Giuseppe Berretta, deputato etneo del Partito democratico, di oltre tre anni di gestione da parte delle società Ipi e Oikos della raccolta dei rifiuti a Catania. Un contratto con il Comune etneo da 163 milioni di euro, in scadenza a fine 2015, ma che non ha raggiunto nessuno dei risultati promessi.
Il calcolo delle penali fornito da Giuseppe Berretta«Si valuti l’opportunità di interrompere il rapporto prima», continua Berretta, alla luce delle inadempienze evidenziate in un rapporto, stilato utilizzando i dati raccolti da diverse associazioni cittadine, come Rifiuti zero, Libera e
Cittàinsieme, e dai consiglieri Niccolò Notarbartolo e Antonino Vullo (Pd), Ersilia Severino (Megafono), Sebastiano Arcidiacono e Giuseppe Catalano (Articolo 4). Inadempienze che avrebbero dovuto portare nelle casse del Comune almeno 6 milioni di euro secondo i calcoli diffusi dal deputato, sommando le varie penalità previste semestralmente per ogni punto percentuale di raccolta differenziata al di sotto dei limiti previsti dal contratto di appalto. Tanto che nel documento diffuso dal deputato si chiede: «Perché il comune non applica le penali e non verifica?».
«Il Comune verifica puntualmente le eventuali inadempienze, tramite i propri sorveglianti della direzione Ecologia e Ambiente», spiega Rosario D’Agata, assessore comunale al ramo e anche lui noto esponente del Pd etneo. Che aggiunge: «All’inizio di quest’anno abbiamo dovuto trasferire ben 15 dipendenti del settore Ecologia perché imparentati con persone che lavorano all’interno delle aziende appaltatrici e – continua D’Agata – abbiamo inviato le contestazioni alle aziende, ma ci sono in corso dei contenziosi legali», conclude l’assessore.
Contenziosi che, secondo Danilo Pulvirenti, presidente di Rifuti Zero Sicilia, sono legati «alla poca chiarezza del bando relativamente alle percentuali di raccolta. Ci sono anche difficoltà a comprendere le premialità per i cittadini. Il nuovo bando dovrebbe essere molto più semplice e dettagliato, sulla scia di quanto fatto ad esempio recentemente ad Aci Catena», conclude Pulvirenti.
Per Berretta è una questione che va discussa adesso, nonostante alla scadenza del contratto con la Ipi Oikos manchino ancora due anni. «C’è innanzitutto da porre attenzione alla corretta applicazione dell’appalto attuale e sanzionare le gravi inadempienze», spiega. Non solo una percentuale di differenziata promessa oltre il 50 per cento in cinque anni e in realtà ferma, nei primi quattro mesi del 2014, all’11,03 per cento. Ma anche «i cassonetti nuovi, la pulizia dei murales e delle fontane, l’installazione di strumenti sui mezzi che trasferiscano in maniera automatica i dati dalla società al Comune – elenca Berretta – Una serie di impegni dettagliati che sono stati totalmente disattesi». E all’insaputa dei cittadini, spiegano del Pd, considerata la difficoltà di reperire dati sul sito comunale.
«Per noi si tratta di una scelta strategica dal punto di vista politico, che si può affrontare solo con un serio coinvolgimento di tutta la cittadinanza», continua il deputato nazionale democratico. Un’apertura all’associazionismo che dovrebbe andare «dal bando alla gestione», passando per la nomina del nuovo dirigente al settore Ecologia, dopo il licenziamento di Annamaria Lidestri, recentemente prosciolta in un procedimento penale avviato proprio sulla gestione del bando rifiuti. «Serve una persona di altissima professionalità e sopra ogni sospetto, la scelta deve nascere da un processo partecipato», conclude Berretta.