Rifiuti, aumentate soglie di conferimento in discarica Anci: «Senza il compostaggio ogni sforzo è vanificato»

Sicuramente il boom di turisti ha contribuito, ma che la gestione dei rifiuti in Sicilia sia prossima all’ennesima emergenza annunciata è sotto gli occhi di tutti. Basta fare un giro tra le strade, ancora una volta costellate di piccole discariche abusive a dare il benvenuto a chi sceglie l’isola per trascorrere le vacanze estive. Ma è sufficiente anche guardare gli ultimi atti firmati dal governatore Crocetta in materia di rifiuti. Documenti – l’ultima delibera è del 7 agosto – che rimodulano le soglie di conferimento dei Comuni nelle discariche di riferimento (e in alcuni casi, come nel Trapanese, impongono il conferimento altrove, nello specifico nella discarica palermitana di Bellolampo).

«Colpa dell’impiantistica per il compostaggio insufficiente», accusa Paolo Amenta dall’Anci Sicilia, l’associazione dei Comuni che – naturalmente – col boom di presenze turistiche raccoglie le lamentele pressoché unanimi degli amministratori locali siciliani. La crisi, secondo Amenta, sarebbe scattata a partire dal raggiungimento della media di 22 punti percentuali di differenziata. «Sono tantissimi ormai i Comuni – racconta – che hanno superato il 50 per cento di differenziata, ma gli impianti di compostaggio non sono sufficienti. Appena un mese fa si era parlato di installare l’impiantistica mobile per provare a tamponare l’emergenza almeno in estate. Si sarebbe potuto fare in 15 giorni. Invece ancora non si sa nulla».

«Quei documenti – ammette il responsabile dell’ufficio speciale per la differenziata Salvo Cocina – sono in fase di autorizzazione». Ma i tempi sono legati all’insediamento di Gaetano Valastro, il nuovo dirigente generale del dipartimento Acque e Rifiuti nominato dalla titolare della delega ai rifiuti Vania Contrafatto in sostituzione di Maurizio Pirillo, migrato invece alle Autonomie Locali. Valastro sarebbe ancora in attesa del nulla osta dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa), dove finora ha lavorato, e dunque l’attività amministrativa dalle parti di viale Campania resta ancora bloccata.

«Intanto – spiega ancora Amenta – l’impianto Ofelia ha ottenuto l’autorizzazione a un aumento della cubatura di conferimento, riuscendo così a far oltrepassare i cancelli dell’impianto di compostaggio ai mezzi provenienti da alcuni Comuni che erano rimasti in sospeso».

Resta comunque il problema dei costi. Perché, soprattutto per i piccoli centri, incrementare i livelli di differenziata avrebbe comportato un impegno notevole nei bilanci, fatto questo legato soprattutto al costo del personale per garantire il porta a porta, con i servizi di raccolta che in alcuni casi sono stati potenziati dalle singole amministrazioni comunali. «Se quelle somme non vengono ammortizzate da un risparmio in termini di conferimento, è evidente che si rischia la paralisi dei bilanci», ammette il numero due dell’Anci Sicilia.

Attualmente entrare in un impianto di compostaggio costa tra gli 85 e i 90 euro a tonnellata, rispetto ai 130-140 euro necessari per le discariche. Insomma, la situazione è al limite e rischia di restarci almeno fino a settembre. Nonostante quella dei rifiuti dovesse essere – un po’ come per quella delle Province – la riforma simbolo della legislatura ormai alle battute finali. Invece tutto sembra essere tornato al punto di partenza: gli impianti non sono stati fatti, la differenziata è aumentata, ma i livelli medi restano ancora tra i più bassi d’Italia, a causa soprattutto delle grandi città, incapaci di incrementare la capacità di separazione dei rifiuti. Intanto anche quest’anno un numero sempre maggiore di turisti ha fatto le valigie per raggiungere l’Isola. Ma il biglietto da visita è rimasto molto simile a quello dello scorso anno.


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