Il direttore dell'ufficio speciale per la differenziata, Salvo Cocina, spiega i primi passi mossi dalla struttura voluta da Crocetta per verificare l'impegno delle amministrazioni sulla raccolta porta a porta e ammette: «È un sistema complesso, che richiede tempo e risorse, ma è l’unica via percorribile»
Rifiuti, a rilento costruzione degli impianti per il riciclo Parte della differenziata continuerà a finire in discarica
All’ufficio speciale per la raccolta differenziata istituito da Rosario Crocetta a metà luglio è ancora in corso la ricognizione dei Comuni siciliani sul fronte dello smistamento dei rifiuti. Tra realtà virtuose e grandi centri in cui i rifiuti sono ancora interamente indifferenziati, tra chi ha già avviato le procedure per le gare a evidenza pubblica e chi invece è rimasto imbrigliato nei precedenti contratti non ancora scaduti per la gestione dei rifiuti urbani.
«La scadenza per i Comuni per avviare le gare per la raccolta porta a porta era fissata al 15 luglio scorso – spiega a MeridioNews Salvo Cocina, a capo dell’ufficio regionale per la differenziata -, in questa fase stiamo raccogliendo i dati dalle singole amministrazioni per verificare che la scadenza sia stata rispettata, in caso contrario interverremo direttamente da questo ufficio e faremo partire le gare al livello delle Autorità d’Ambito». Non alla sola ricognizione si lavora in questi ultimi giorni di agosto all’ufficio speciale. A breve dovrebbe essere pronta una bozza di regolamento sulla gestione della raccolta porta a porta, che sarà inviata a tutti i Comuni siciliani. «Ciascun consiglio comunale – spiega ancora Cocina – provvederà ad approvare il regolamento, che indicherà gli orari e i giorni di raccolta, gli obblighi e i divieti per i cittadini e istituirà le isole ecologiche nei diversi Comuni».
Missione complicata soprattutto in quei territori dove la differenziata viene vissuta come una imposizione da parte delle amministrazioni. Fondamentale elemento per incentivare la buona pratica saranno, appunto, le isole ecologiche: «A differenza del porta a porta, i centri di smistamento consentono un ritorno in termini di premialità per il cittadino, che conferendo direttamente nell’isola ecologica, potrà usufruire di una piccola riduzione nella Tari. È un sistema complesso, che richiede tempo e risorse, ma è l’unica via percorribile».
Altro nodo è quello dell’impiantistica. Se infatti sul fronte della raccolta porta a porta qualcosa si muove, è tutt’altro che conclusa l’emergenza rifiuti in Sicilia. Sono ancora lontani dalla realizzazione, infatti, gli impianti di conferimento della spazzatura riciclabile. In alcuni casi in fase di costruzione, in altri ancora allo step dell’aggiudicazione della gara, gli impianti, insomma, potrebbero non essere pronti nel momento in cui, secondo le previsioni dell’ufficio speciale, la differenziata potrebbe decollare. «Se su carta, plastica e vetro – sottolinea Cocina – il problema si pone in misura relativamente ridotta, perché si tratta di rifiuti che possono essere stoccati in attesa della messa in esercizio degli impianti, diversa è la situazione dell’umido, che deve necessariamente finire negli impianti di compostaggio». Il paradosso che potrebbe verificarsi è evidente: se la differenziata cominciasse ad aumentare in misura consistente, l’umido potrebbe comunque finire in discarica, in attesa degli impianti di compostaggio.