L'emergenza nella città dell'Agrigentino deriva dai rallentamenti nella raccolta, ma anche dallo stop al conferimento nella discarica di Siculiana. Rifiutata l'alternativa di Lentini, il Comune potrebbe portarli a Gela, ma con un contingente giornaliero troppo ristretto
Rifiuti, a Porto Empedocle cittadini fanno le barricate Sindaca: «I netturbini organizzano scioperi abusivi»
Da una parte i disagi causati dal dovere trovare una alternativa alla discarica di Siculiana, dall’altra le proteste dei netturbini per il ritardo nel pagamento degli stipendi. Sono i motivi dell’accesa protesta andata in scena ieri sera a Porto Empedocle, dove alcuni cittadini hanno creato al centro delle strade barricate fatte di immondizia. Centinaia di sacchetti posizionati in mezzo all’asfalto, con i residenti che hanno protestato anche contro le forze dell’ordine giunte sul posto.
A commentare la reazione della popolazione è stata la prima cittadina Ida Carmina. «La gente è esasperata perché manca dal 4 giugno la raccolta dell’indifferenziata», ha detto a In3minuti.it. La data citata dall’esponente del Movimento 5 stelle è quella in cui la discarica di Siculiana – il cui proprietario, Giuseppe Catanzaro, è finito tra gli indagati dell’operazione Double face sul sistema Montante, con l’accusa di finanziamento illecito all’ex presidente della Regione Rosario Crocetta – è stata chiusa, senza ricevere da Roma il via libera alla prosecuzione delle attività. Decisione, questa, nata dall’assenza nel sito di un impianto di trattamento di biostabilizzazione meccanica.
«Inizialmente ci hanno attribuito la discarica di Lentini, il nostro Comune non ha accettato e la Regione ci ha dato una nuova discarica, quella di Gela, ma soltanto il 15 giugno e con un contingente di sole otto tonnellate giornaliere», ha proseguito Carmina, sottolineando come la soluzione proposta dal dipartimento guidato dal dirigente Salvo Cocina sia inadeguata, considerato che per pulire il territorio sarebbe necessaria un’autorizzazione per conferire duecento tonnellate. «Abbiamo chiesto di scaricare tutto ciò che deriva dall’emergenza in un’altra discarica. Hanno individuato la discarica di Alcamo, a quanto pare il decreto è pronto ma ancora non è stato firmato».
La sindaca, che ha sottolineato di comprendere l’esasperazione dei propri concittadini, ha poi puntato il dito contro gli operatori ecologici, accusati di avere messo in atto «uno sciopero abusivo». La protesta dei netturbini nasce dagli arretrati nel pagamento degli stipendi. Sono cinque le mensilità ancora da pagare. «Non si possono lasciare i sindaci al fronte da soli – ha attaccato Carmina -. C’è gente che soffre, perché l’aria è diventata irrespirabile. Questo ripetersi di scioperi abusivi sta mettendo in ginocchio la comunità. A maggio sono stati pagati, ricevendo due mensilità». La prima cittadina ha specificato che sotto la propria amministrazione, iniziata nel 2016, gli operatori ecologici «hanno ricevuto uno stipendio mensile, tranne in qualche caso come adesso in cui c’è un problema regionale, perché le casse regionali hanno riassorbito quanto avevano le tesorerie provinciali, per accreditarle presso la Banca d’Italia, ma ciò ancora non è avvenuto».
L’abusività dello sciopero per Carmina starebbe nella violazione di quanto previsto dalla legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. «Ci sono casi in cui uno sciopero va a incidere nei diritti fondamentali del cittadino. Non è che un anestesista – conclude provocatoriamente la prima cittadina – lascia l’operazione a metà e fa morire la persona che sta operando perché non gli pagano lo stipendio».