Palermo è una città drammatica e divertente insieme. Sappiamo quanto può essere tragica. Ne parliamo ogni giorno. Oggi per un momento, vogliamo raccontare quanto possa essere divertente. Con i suoi personaggi che neanche la fantasia di uno scrittore potrebbe inventare.
Come i posteggiatori, una istituzione nel capoluogo siciliano. Oggi pomeriggio ne abbiamo incontrato uno. Ci ha accolto sorridendo. Forse perché ci ha visto mettere le mani in tasca: non gli stavamo negando un obolo. Così gli abbiamo chiesto: “E’ contento che Orlando ha vinto le elezioni?” E lui: “Si, Ollando è l’unico sinnaco che a Palermo ci vuole bene. Anzi, c’ha pozzu diri na cosa senza offesa?” Certo, rispondiamo noi. E lui: “Ai cunnuti ca sta città sa manciaru sa vulianu manciari ancora ci ricu na cosa: da parte di Luca…. suca!!!!”.
Stavamo per svenire dalla risate. Chi conosce Palermo sa che questo linguaggio è comune. E il concetto è chiaro.
Lo ribadiamo con parole più auliche, citando un articolo di Peppino Sottile pubblicato dai bravissimi colleghi di Live Sicilia: “Grazie, Orlando. Grazie per avere alzato il velo di ipocrisia su quell’antimafia degli affari che da quattro anni concede copertura politica a un presidente della Regione già rinviato a giudizio e pesantemente inquisito per mafia. Grazie per avere finalmente mostrato al mondo che il governo sostenuto dall’antimafia degli affari ha, tra le ragioni della propria esistenza, un clientelismo senza decenza e le ambizioni personali di qualche magistrato senza rossore e senza memoria, di qualche avvocaticchio senza scrupoli, di qualche prefetto in disarmo, di qualche trombone laureato. Maria Falcone ha dichiarato qualche settimana fa, con una chiarezza addirittura crudele, che l’antimafia di chi piange e di chi ricorda non riuscirebbe mai a tollerare la presenza di Raffaele Lombardo alla commemorazione del fratello Giovanni, massacrato vent’anni fa a Capaci assieme alla moglie e agli agenti di scorta. Ma l’antimafia degli affari ha fatto finta di non sentire e ha continuato a tenere in piedi senza pudore il governo presieduto da un uomo che è ormai costretto a dividersi tra Palazzo d’Orleans e Palazzo di Giustizia, tra Sala d’Ercole e le aule dei Tribunali.
I risultati definitivi di Palermo, con la vittoria di Orlando e la mortificazione del Fabrizio Ferrandelli, espressione del Pd “lombardiano”, hanno messo la parola fine a uno scandalo che la Sicilia degli onesti non può più sopportare. Da domani l’antimafia degli affari non potrà che rintanarsi nella propria sconfitta e nella propria vergogna”.
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