Il capo della segreteria politica del neo sindaco, Francesco Marano, commenta il ricorso presentato al Tar da Angelo Patanè, terzo dei non eletti al Consiglio comunale nella lista <em>Tutti per Catania</em> che sosteneva Raffaele Stancanelli, contro la vittoria di Enzo Bianco alle scorse elezioni. «Un maldestro tentativo di delegittimare chi è stato eletto dai cittadini puntando su argomenti che non hanno alcun fondamento. La stessa interpretazione della legge contestata dal ricorrente viene applicata da oltre un anno in tutti i Comuni siciliani», dichiara
Ricorso al Tar contro Bianco sindaco Marano: «Boutade da fine settimana estivo»
«È una boutade da fine settimana estivo da parte di chi non si è rassegnato al chiarissimo risultato elettorale. Noi preferiamo occuparci di cose più serie e l’amministrazione Bianco é impegnata ad affrontare e risolvere le tante emergenze di cui soffre la città». Così Francesco Marano, capo della segreteria politica del sindaco di Catania, ha commentato il ricorso contro il risultato delle elezioni amministrative dello scorso giugno presentato al Tar di Catania dai legali di Angelo Patanè, terzo dei non eletti al Consiglio comunale nella lista Tutti per Catania che sosteneva Raffaele Stancanelli. Secondo Patanè ci sarebbe stata una «cattiva interpretazione della legge da parte dell’Ufficio centrale elettorale» che avrebbe impedito il ricorso al ballottaggio: calcolando i voti validi ed escludendo le schede nulle e quelle bianche – sostiene infatti Patanè – il neo sindaco Bianco non avrebbe raggiunto il 50 per cento dei voti validi.
«I voti validi – ha affermato Patanè – sono tutte le schede, comprese quelle che non attribuiscono preferenze per il sindaco. Le schede complessive del Comune di Catania sono state oltre 156 mila. L’ufficio elettorale ha calcolato le percentuali per il sindaco non sulla base delle 156 mila schede ma sulla base della somma dei voti di preferenza per i singoli sindaci». Ma a sbagliarsi sarebbe proprio il sostenitore del sindaco uscente. «La stessa interpretazione della legge da parte dell’Ufficio centrale elettorale, contestata nel ricorso – afferma Marano – viene applicata da oltre un anno in tutti i Comuni siciliani dove si sono svolte le elezioni. A partire da quelle di Palermo l’anno scorso, a seguito delle quali gli uffici regionali chiarirono l’esatta interpretazione. Forse il ricorrente catanese e chi gli ha suggerito questa bizzarra azione giudiziaria non sono stati attenti negli ultimi 12 mesi». Secondo il segretario, quindi, quello di Patanè è «un maldestro tentativo di delegittimare un sindaco eletto dai cittadini puntando su argomenti che non hanno alcun fondamento».
A dargli ragione è anche il neo consigliere comunale Agatino Lanzafame, eletto nella lista sostenitrice di Bianco Patto per Catania: «Da un punto di vista giuridico – afferma su Facebook – il ricorso appare manifestamente infondato in quanto sarebbe bastato un sapiente utilizzo di un qualsiasi motore di ricerca sul Web per scoprire la nota di interpretazione autentica emanata in data 8 Maggio 2012 dal precedente governo regionale in occasione delle amministrative 2012 secondo la quale in base all’approfondimento giuridico effettuato dagli uffici della Regione, le percentuali di voto ottenute dai candidati a sindaco devono essere calcolate sul totale dei voti validi raccolti dai soli candidati a sindaco. ( ) Un meccanismo diverso, infatti, avrebbe vanificato gli effetti della nuova legge elettorale che ha bloccato il cosiddetto effetto trascinamento delle liste sul candidato a sindaco”». «Da un punto di vista politico – aggiunge l’ex consigliere di municipalità – credo che tutte le forze politiche che hanno sostenuto Stancanelli, invece di sollevare sterili polemiche debbano interrogarsi sui motivi che hanno spinto i cittadini a dare una bocciatura così netta alloperato del nostro ex Sindaco». Parafrasando, qualcuno su Facebook scrive: «Non sanu unni allipparisi».