Appare lontana una soluzione per consentire l'accesso in sicurezza al parco da due mesi inaccessibile per la mancanza di operai. Non sarrebero bastati, durante l'incontro di ieri, la promessa della Reset di distaccare tre addetti e la potatura urgente degli alberi per rassicurare la Fondazione. Tutto rinviato alla prossima settimana
Riapertura Villa Malfitano, fumata nera in commissione Comune: «Massima collaborazione ma serve dialogo»
Villa Malfitano per il momento rimane chiusa mentre, iI nodo della riapertura, rinviato alla prossima settimana. Si è conclusa con una fumata nera, infatti, l’incontro di ieri in Terza commissione per trovare una soluzione che possa garantire l’accesso in sicurezza al parco di circa otto ettari della storica villa ottocentesca, da due mesi ‘inaccessibile’ per la mancanza di operai che dovrebbero garantirne la manutenzione. Fino ad agosto a occuparsi della pulizia del giardino erano stati alcuni operai Reset, che a settembre sono stati richiamati dall’azienda partecipata e destinati ad altro incarico. A questo punto la fondazione ha deciso di chiudere al pubblico la villa, pur consentendone la visita per il mese di ottobre; ma solo la domenica e attraverso l’iniziativa Le Vie Dei Tesori.
Al tavolo pare che l’accordo sia sfumato proprio sul numero del personale da distaccare all’area verde. Se da un lato l’amministrazione comunale ha garantito un intervento urgente di potatura del verde e il ripristino del distacco di tre addetti della Reset a villa Malfitano, la dottoressa Maria Enza Carollo, segretario della fondazione, ha lasciato intendere che al momento «non ci sarebbero comunque le condizioni sufficienti per garantire una riapertura in sicurezza». «Durante l’incontro di ieri – ha ricostruito Concetta Amella, consigliera del M5s che ha portato all’attenzione del Consigliol’intera vicenda – l’amministrazione comunale si è mostrata disponibile nel venire incontro alle esigenze della Fondazione. Reset negli ultimi anni ha fornito un giardiniere e un custode, nonostante ciò non sia previsto dalla convezione, e seppure ora ne garantirebbe tre, pare che ciò non sia sufficiente per assicurare le condizioni minime di sicurezza».
Secondo Carollo, la convenzione prevede l’ingresso del pubblico solo nella parte antistante il parco, lasciando scoperta la restante area. «La proprietà – ha proseguito – ha confermato di non avere fondi per garantire le condizioni di sicurezza perché dalla Regione non arriverebbero fondi a sufficienza. Noi, comunque, manteniamo alta l’attenzione perché la fruizione torni libera il prima possibile, non ci fermeremo fino a quando questo obiettivo non sarà raggiunto». Rispetto all’incontro di ieri, ancora più chiaro è stato il presidente della Terza commissione Paolo Caracausi, per il quale non si sarebbe arrivati a una soluzione per «una chiusura da parte della direttrice di Villa Malfitano».
«Da parte dell’amministrazione c’è stata la massima apertura – ha ribadito – Il presidente di Reset, Antonio Perniciaro, ha assicurato la presenza di tre addetti al cancello che potrebbero garantire una sorta di portierato, ma al momento non può trasferire anche un giardiniere». Per quanto riguarda la potatura straordinaria degli alberi, servizio previsto nella convenzione e che ha visto il Comune ultimamente ‘latitante’, il settore di Ville e giardini ha assicurato un sopralluogo, ma rimane scoperto il nodo della sicurezza. «La direttrice – ha aggiunto – ha spiegato che oltre ai custodi, avrebbe bisogno di giardinieri e vigilantes ma, a questo punto, andrebbero rivisti i termini della convezione che scade a marzo 2018. Ad ogni modo, ho già riferito al vicesindaco Marino e ne parlerò anche con il sindaco: non è detto che non si riesca a trovare una soluzione la prossima settimana anche se, temo, ci vorrà la bacchetta magica».
In attesa del prossimo round, rimane comunque tangibile il dispiacere per chi, da tempo, chiede la riapertura di uno dei pochi spazi verdi rimasti ancora fruibili in città. Come Annalisa Monteleone, promotrice della battaglia per la riapertura del giardino: la petizione online ha già raggiunto le 1500 firme e prosegue ancora, visto che situazione resta immutata. «Noi ci auguriamo che la villa venga riaperta al più presto e che questa vicenda non si trasformi in un braccio di ferro tra privato e pubblico – ha commentato Monteleone – Capisco che da parte della Fondazione ci sia una grande attenzione sul tema della sicurezza, però mi sembra di intuire che il Comune, in qualche modo, si stia muovendo, ma temo che i tempi, purtroppo, saranno molto lunghi». Abbiamo provato a contattare la fondazione Whitaker ma al momento non siamo riusciti a metterci in contatto.