Rettore, elezioni alle porte

L’odierna seduta del Senato accademico potrebbe essere l’ultima prima della chiamata alle urne per il rinnovo della carica di Rettore dell’Università di Catania. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, la data auspicata dal Rettore in carica, e che il Senato accademico dovrebbe proporre al Decano, è il prossimo 27 aprile, la prima utile dopo le vacanze di Pasqua.

Com’è noto, nell’adunanza del 26 gennaio,  il Senato accademico, oltre ad estendere la durata della carica da tre a quattro anni, aveva approvato all’unanimità, con l’astensione dei soli rappresentanti degli studenti, una modifica del Regolamento Generale di Ateneo che prevedeva la possibilità di anticipare la consultazione elettorale. Con quella deliberazione il periodo in cui fissare la data delle elezioni era stato spostato dall’1 settembre–10 ottobre, a un calendario molto più elastico (15 aprile-10 ottobre) lasciando alla discrezionalità del Decano un intero semestre.

Frattanto è stata divulgata una lettera al Decano, inviata dalla professoressa Zaira Dato Toscano della facoltà di Architettura – secondo alcuni probabile antagonista di Recca – con la quale si chiede di far partire il calendario elettorale non prima della fine di maggio.  La richiesta è motivata con l’importanza delle elezioni “perché cadono in un momento assai delicato, in cui il potere politico mostra l’intenzione di intervenire sulla istituzione universitaria – con progetti in piccola parte già concretizzati, ma in gran parte ancora da realizzare – che rischiano di modificarne profondamente, ed in senso  non positivo, il ruolo e la stessa identità”.

“Per quanto riguarda specificamente il nostro Ateneo – continua la lettera – il malessere generale diffuso fra tutte le sua componenti ha generato anche un certo dissenso che ha diritto di esprimersi  in un confronto sereno e sufficientemente approfondito , sia sui traguardi raggiunti nel triennio che va a concludersi, che sui programmi in vista del prossimo quadriennio. (…) ritengo che la fissazione di una data iniziale molto ravvicinata impedirebbe nei fatti quell’ampio ed articolato dibattito  che, solo, consentirebbe  alle diverse posizioni che stanno emergendo, di confrontarsi liberamente”. E conclude: “Il confronto democratico, più che mai necessario nel nostro Ateneo, ne risulterebbe ingiustificatamente soffocato, e ne soffrirebbe la ‘par condicio’ tra i candidati”.

A norma di regolamento, sentito il parere del Senato accademico, la controversia sulla data verrà definitivamente sciolta dal Decano dei professori ordinari prof. Manlio Bellomo.

Daniele Giuseppe Bazzano

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