Il governo regionale tenta di mettere una pezza dopo la bocciatura di tutti i progetti presentati dai Consorzi di bonifica. Dopo l'incontro a Roma chiede la collaborazione di tutti, compresi i cinquestelle invitati a intercedere con il ministro Patuanelli
Reti idriche, appello di Scilla dopo perdita fondi Pnrr «Partiti facciano squadra per cercare di recuperarli»
L’appello dell’assessore all’Agricoltura Toni Scilla alla collaborazione è chiaro: «Insieme si può fare questo lavoro nell’interesse non tanto dei partiti, ma degli agricoltori siciliani». La Regione tenta di mettere una pezza al pasticcio che ha visto l’esclusione di tutti i progetti presentati dai consorzi di bonifica siciliani dal novero di quelli finanziati dal Pnrr. Una situazione ai limiti del drammatico, vista la forte necessità di interventi finalizzati alla soluzione del problema dell’irrigazione dei campi di una Sicilia sempre più alle prese col problema della desertificazione.
Scilla ha riferito ieri in Aula dell’incontro avuto a Roma con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, con toni positivi. «Se c’è stato un atteggiamento scevro dal ragionamento politico non lo so – dice l’assessore – ma è sicuro che nella nostra programmazione abbiamo calato 61 progetti sulla piattaforma. Assurdo, ingiusto e non vero dire che i progetti presentati dai consorzi di bonifica non erano finanziabili».
Scilla imputa la debacle dei progetti siciliani anzitutto ai parametri stabiliti dal ministero per valutare la bontà delle richieste, definiti «assolutamente non definiti» e a «un errore di click» da parte degli uffici, riaccendendo la speranza per una manciata di progetti che potrebbero ancora essere in corsa per il finanziamento. «Si è evidenziato che la Regione Siciliana, rispetto ai progetti esclusi, ne ha comunque ben otto che rispettano quei 23 parametri: sei sono esecutivi, per un totale di 45 milioni di euro, e due definitivi, per circa 75 milioni di euro, con un recupero di circa 120 milioni di euro».
Quella della scrematura dei progetti è stata infatti solo una prima fase, manca ancora un decreto definitivo, che arriverà solo dopo il controllo dei documenti relativi alle proposte ammesse. Ma perché questo recupero in extremis possa andare a buon fine, Scilla ha chiesto la collaborazione di tutti gli schieramenti, incluso quello del M5s a cui ha chiesto un’intercessione con il loro ministro. Un appello che pare non essere caduto nel vuoto.
«Su 61 progetti 32 vengono accettati, gli altri neanche valutati – attacca il pentastellato Luigi Sunseri – Siamo stati l’unica regione a non percepire nessun finanziamento. A molti di questi progetti mancava tutto quello che li poteva rendere finanziabili. Il decreto dei criteri è del 30 giugno e, se non ci stava bene, un assessorato attento lo avrebbe impugnato. Noi ci svegliamo quando tutto viene dichiarato inammissibile e attacchiamo i criteri». Ma a gettare acqua sul fuoco ci pensa il collega di partito Nuccio Di Prima, che rassicura: «Va bene fare squadra, perché a pagare è tutta la regione, evitiamo la polemica politica e cerchiamo di portare questi fondi in Sicilia. Chiediamo però di sapere quali sono questi progetti esecutivi. C’è tuttavia una responsabilità amministrativa, una politica e una governativa», conclude il deputato.
D’accordo anche Antonello Cracolici (Pd), che da ex assessore all’Agricoltura consiglia Scilla: «Prenda il toro per le corna e affronti col necessario rigore una questione che è necessaria per salvare questa regione. Sulle reti idriche siamo tra le regioni più arretrate d’Italia, questi fondi non vanno persi, dobbiamo fare squadra perché questo non accada».
«Il lavoro sarà fatto con assoluto rispetto politico e istituzionale – prende atto l’assessore – Penso davvero di poter dire che se ci sono difficoltà, e ci sono, non possono essere alimentate in questa situazione specifica, perché ci sono gli elementi per fare in modo di fare finanziare questi sei progetti già esecutivi con i fondi del piano. Poi ci sarà un’altra interlocuzione per intervenire sui parametri e fare finanziare molti altri progetti». Al momento, però, tutto è ancora appeso a un filo.