Entrambi sono stati fermati lunedì con l'accusa di associazione mafiosa. Il giudice per le indagini preliminari, dopo gli interrogatori di ieri, ha accolto la richiesta di custodia cautelare avanzata dai pubblici ministeri
Resta in carcere il Radicale Antonello Nicosia Convalidato anche l’arresto del boss Dimino
Restano in carcere l’esponente dei Radicali Antonello Nicosia e il boss di Sciacca Accursio Dimino, fermati lunedì con l’accusa di associazione mafiosa. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato i fermi emessi dalla Dda di Palermo e accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dai pubblici ministeri. Stessa decisione per Luigi e Paolo Ciaccio e Massimo Mandracchi, accusati di favoreggiamento.
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai pm Francesca Dessì e Gery Ferrara, ruota attorno a Nicosia. Il 48enne di Sciacca per anni impegnato nelle battaglie per i diritti dei detenuti e collaboratore parlamentare della deputata di Leu – oggi Italia Viva – Giusy Occhionero. L’ex assistente della deputata, ieri ha risposto alle domande del gip durante l’interrogatorio e si è difeso parlando di «millanterie». Interrogato dal giudice, il boss di Sciacca Dimino – detto Matiseddu – ha confermato la passata appartenenza a Cosa nostra ma ha sostenuto di avere interrotto i rapporti con le cosche.
I due insieme avrebbero progettato omicidi ed estorsioni. Nicosia, utilizzando il suo ruolo di collaboratore della deputata, entrava nelle carceri di massima sicurezza e incontrava boss detenuti portando all’esterno informazioni riservate. Inoltre, avrebbe anche sollecitava interventi di Occhionero nell’interesse di capomafia del calibro di Filippo Guttadauro, cognato del latitante Matteo Messina Denaro.