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Licata, in manette i responsabili dell’incendio della discarica. Un gruppo violento, dedito a reati di ogni tipo

Tre persone residenti a Licata e Ravanusa (in provincia di Agrigento) sono state arrestate per numerosi gravi reati di estorsione, furto pluriaggravato, incendio doloso, inquinamento ambientale. Uno degli uomini, inoltre, è indagato per tentato omicidio in danno di un cittadino extracomunitario senza fissa dimora. Due sono autori, in concorso con altri, dell’incendio doloso ai danni della ditta Omnia Srl (con sede a Licata) del 20 gennaio che ha causato, secondo le misurazioni effettuate nell’immediatezza dall’Arpa Sicilia, una grave compromissione dell’aria per la diffusione di sostanze altamente tossiche. A finire in manette sono Carmelo D’Antona, 39 anni, di Ravanusa e Cristoforo Famà, 41 anni, di Licata. Ai domiciliari, con braccialetto elettronico, è stato invece posto Mario Antona, 24 anni, di Ravanusa.

Oltre ai tre arrestati, sono indagate altre undici persone. Per loro è necessario l’interrogatorio preventivo da parte del giudice per le indagini preliminari, prima di procedere alla valutazione della richiesta di misura cautelare. Le indagini dei carabinieri, con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali sono andate avanti per circa dieci mesi e hanno consentito di disegnare uno spaccato di micro e macro criminalità in un ambito sociale di emarginazione e degrado nel territorio di Licata ma soprattutto dei centri di Ravanusa e Campobello di Licata, con riflessi sui comuni vicini.

Tra gli episodi registrati anche l’aggressione con una spranga di ferro ai danni di uno straniero di 26 anni, che pare sia scattata su mandato e senza un reale movente da parte di Carmelo D’Antona lo scorso 10 luglio a Campobello di Licata. Ma la maggior parte delle vittime, secondo quanto emerso dalle indagini, è costituita da persone che fanno parte delle fasce più deboli della popolazione. Concausa di gran parte dei reati commessi è inoltre la forte dipendenza da cocaina e crack di alcuni degli indagati. Altri due licatesi sono stati arrestati in Germania e condannati per estorsione con cavallo di ritorno.



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