Reset 2, smantellato il mandamento mafioso Il premier Renzi: «Bagheria non è cosa loro»

«Grazie al coraggio di chi rifiuta ricatti, grazie a carabinieri e inquirenti. Bagheria non è cosa loro». Così su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi commenta la pioggia di arresti nella cittadina alle porte di Palermo nata dalla ribellione degli imprenditori contro il pizzo. L’operazione Reset 2 che ha portato in carcere 22 persone grazie alle denunce di 36 fra commercianti e imprenditori, ribellatisi ad anni di ricatti passati a pagare il pizzo ai boss, ha suscitato un coro di commenti entusiasti. A fare eco al premier, il ministro della Giustizia Andrea Orlando che affida anche lui a un tweet la soddisfazione per l’operazione che ha consentito lo smantellamento della cosca di Bagheria: «Il coraggio dei cittadini, la forza delle istituzioni: avanti tutta nella battaglia per la legalità contro le mafia». 

Tra i rappresentanti del Governo, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha voluto esprimere il suo apprezzamento per quella che non stenta a definire «una grande operazione, importantissima sotto due aspetti. La gente – ha ribadito il ministro Alfano che ha telefonato al comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, per complimentarsi per il lavoro svolto -, gli imprenditori onesti, quella stragrande maggioranza di persone che vede nella mafia la fine di ogni possibilità di riscatto e di sviluppo, è scesa in campo con più determinazione e non ha avuto paura di farlo, perché ha fiducia nelle istituzioni e crede convintamente nella legalità. L’altro aspetto, non meno importante – ha aggiunto – è lo straordinario lavoro dei nostri carabinieri, in particolare del Comando provinciale di Palermo, che oggi hanno inferto un durissimo colpo al mandamento mafioso di Bagheria».

Il presidente della Commissione nazionale Antimafia, Rosy Bindi, ha sottolineato «la scelta coraggiosa di tanti imprenditori che hanno deciso di rompere il muro dell’omertà e denunciare il pizzo in un contesto particolarmente difficile e che ora devono continuare a trovare le Istituzioni al proprio fianco nella battaglia per la legalità». Anche per lei, si è trattato dunque di «un risultato molto importante quello messo a segno oggi dall’Arma dei carabinieri e dalla Dda di Palermo, che dopo un’intesa indagine ha smantellato, nello storico mandamento mafioso di Bagheria, la rete di estorsioni a tappeto che da anni teneva in pugno numerosi imprenditori».

Ad esprimere il proprio plauso le associazioni impegnate da tempo nella lotta al racket della mafia. In prima fila da anni, l’associazione Addiopizzo che ha supportato, assieme ad altre associazioni come Libero Futuro, alcuni degli imprenditori che hanno collaboratori all’operazione: «Anche se per molti anni le infiltrazioni e i condizionamenti di Cosa nostra sono risultati gravi sul tessuto sociale ed economico del territorio della provincia, le indagini odierne, oltre alle operazioni antimafia di questi ultimi anni, registrano dei significativi segnali di resistenza da parte di molti operatori economici. La straordinaria azione repressiva delle forze dell’ordine e dei magistrati, i diversi collaboratori di giustizia e il percorso di affrancamento dal fenomeno estorsivo di commercianti e imprenditori, sostenuto dalle associazioni antiracket – hanno aggiunto Addiopizzo e Libero Futuro – rilevano come anche su questa area della provincia così difficile ci possano essere le condizioni per sgretolare il muro di omertà e voltare pagina».

Per il presidente di Anci Sicilia, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, grande l’entusiasmo per «la straordinaria azione repressiva delle forze dell’ordine e dei magistrati, i diversi collaboratori di giustizia e il percorso di affrancamento dal fenomeno estorsivo di commercianti e imprenditori, ai quali va l’encomio di Anci Sicilia – ha continuato – dimostrano che, al di là di facili e inutili stereotipi, la stragrande maggioranza dei siciliani ha fiducia nelle istituzioni e nella legalità e soprattutto crede convintamente che ci possano ancora essere le condizioni per sgretolare il muro di omertà che da secoli alimenta la mafia e voltare pagina, diventando un modello positivo per tutte le altre realtà».

Secondo Rosanna Montalto vice presidente di Confcommercio Palermo, infine, il blitz antimafia di oggi e la collaborazione delle vittime è «il segnale tangibile che i tempi sono cambiati e che gli imprenditori non sono più disposti a soccombere, anche grazie al costante e silenzioso lavoro delle associazioni di categoria e antiracket attive nel territorio, in sinergia con le forze dell’ordine». Una presenza che, come hanno spiegato gli investigatori durante la conferenza stampa convocata in procura per illustrare i dettagli del blitz si è rivelata «fondamentale».


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