L'impegno con cui si cerca di screditare il nostro lavoro giornalistico è il modo migliore per illustrare il 'sistema Catania' come intreccio tra politica, informazione e affari. Così, Antonio Condorelli, collaboratore dell'inchiesta 'I Vicerè' andata in onda domenica scorsa risponde, dati alla mano, ad alcuni articoli del giornale edito da Mario Ciancio
Report, Condorelli replica a ‘La Sicilia’
Chi illustra la realtà dei fatti, tentando di adempiere al proprio dovere di giornalista, viene criticato, chi la nasconde mentendo, elogiato. Ecco perché Catania è un caso nazionale. Si chiude così la lettera indirizzata ai giornalisti di Antonio Condorelli, giovane freelance catanese e collaboratore dell’inchiesta ‘I Vicerè’ (firmata da Sigfrido Ranucci) , andata in onda domenica scorsa all’interno della trasmissione di Rai Tre Report.
Nella lettera, Condorelli lamenta la ‘continua disinformazione’ messa in campo dal giornale catanese all’indomani della messa in onda della puntata. In particolare, il cronista cita due interviste: una del 18 marzo a Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e attuale direttore del Teatro Stabile, e l’altra, pubblicata ieri, a Gesualdo Campo, già assessore provinciale dell’Mpa con delega alle Politiche Culturali, ora soprintendente ai Beni Culturali di Catania. Entrambi gli articoli sono firmati da Tony Zermo.
Andiamo con ordine. In un passaggio dell’intervista a Buttafuoco, secondo Condorelli, ‘si arriva al punto di negare ciò che è contenuto nel documento che attesta il rifiuto di pubblicazione del necrologio del commissario Beppe Montana ammazzato dalla mafia’.
L’immagine del necrologio del commissario non accettato dal giornale cittadino è una delle più forti dell’intera richiesta televisiva. Su quel foglio, il testo sbarrato da grandi segni neri e la scritta (leggibile) “Su disposizione del vicedirettore Conigliaro e del direttore Mario Ciancio”. Il punto è che nell’articolo di Tony Zermo si dice che nel testo scritto dalla famiglia Montana erano contenute le parole «un delitto di mafia dagli alti mandanti»: un’illazione da evitare, secondo Zermo, che ricorda anche che ‘chi aveva portato il necrologio l’aveva subito ritirato e se n’era andato indispettito”. (‘In questo caso c’è stato un equivoco: il condirettore Piero Corigliano aveva mandato il Proto a dire ai familiari di Montana che forse sarebbe stato meglio fare una correzione al testo che parlava di «un delitto di mafia dagli alti mandanti». Chi erano questi «alti mandanti», il presidente della Repubblica, il capo della polizia?’Si volevano evitare illazioni, ma chi aveva portato il necrologio l’aveva subito ritirato e se n’era andato indispettito).
Condorelli nega recisamente questa ricostruzione: ‘Esprimo incondizionata solidarietà alla famiglia di Beppe Montana e ferma condanna – come stava scritto sul necrologio la cui pubblicazione è stata rifiutata per iscritto da LA SICILIA- alla mafia e ai suoi anonimi sostenitori.
Ma passiamo al secondo articolo, dal titolo già eloquente, Campo: «Ecco tutte le falsità su Catania». Nel sommario si spiega perché ci si occupa ancora di «Report»: ‘Ne riparliamo perché la ferita è aperta‘. E ancora ‘Ieri abbiamo pubblicato l’intervista allo scrittore catanese Pietrangelo Buttafuoco, oggi interviene il Soprintendente ai Beni culturali Gesualdo Campo: «Al contrario di quel che dice Buttafuoco, secondo cui l’informazione data è veritiera ma manipolata, io ritengo che sia semplicemente falsa, soprattutto su alcuni elementi portanti di questa informazione, per cui se crollano gli elementi portanti tutto il resto crolla da sé». E’ proprio in risposta alle affermazioni del Soprintendente sulla ‘trasmissione confezionata dalla Gabanelli’ che la replica di Condorelli si fa più circostanziata: ‘Campo arriva ad affermare che “Scapagnini non era commissario per la prevenzione sismica, era invece commissario per la Protezione Civile”, dopo aver detto “E’ falso che in qualche modo i poteri di commissario avuti dall’allora sindaco Scapagnini si riferiscono al sisma di Santa Lucia del 1990”. Nell’intervista a La Sicilia, il soprintendente non risparmia una stoccata finale: “La verità è che la Gabanelli, la quale confonde anche il commissario alla prevenzione sismica con il Commissario alla protezione Civile, ha confezionato un mucchio di falsità facendole artatamente apparire come verosimili”.
Condorelli risponde, riportando il testo del servizio (la trascrizione integrale si trova sul sito di Report, ndr): SIGFRIDO RANUCCI FUORI CAMPO Dopo il terremoto di Santa Lucia, nel dicembre del ’90, dove muoiono 17 persone ed in 15mila rimangono senza casa, il governo stanzia circa mille miliardi di lire da spendere per la ricostruzione e per la prevenzione antisismica degli edifici strategici”. PAOLINO MANISCALCO – EX ASSESSORE ALLA PROTEZIONE CIVILE “Sono quelli che debbono restare in piedi in caso di terremoto per dare i soccorsi: per esempio gli ospedali, le caserme dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, i municipi, per poter coordinare tutta l’assistenza. Quindi prima cosa gli edifici strategici, seconda cosa le scuole. SIGFRIDO RANUCCI FUORI CAMPO E’ il 2002 e Silvio Berlusconi conferisce a Umberto scapagnini – ex sindaco di Catania- i poteri speciali per l’emergenza traffico e sicurezza sismica. Senza passare dal Consiglio comunale, può disporre di 850milioni di euro tra cui anche i fondi per la sicurezza delle scuole (sono i fondi della L 433/91 ndr).
Le carte parlano chiaro, tanto che l’art 1 dell’ordinanza 3259 del 2002 firmata da Silvio Berlusconi recita che “Il sindaco di Catania è nominato commissario delegato per l’attuazione degli interventi volti a fronteggiare l’emergenza determinatasi nella città di Catania in relazione alla situazione del traffico e della mobilità e per gli interventi di riduzione del rischio sismico connessi e funzionali”. Quindi a differenza di quanto afferma Gesualdo Campo Scapagnini non è “Commissario di Protezione Civile”.
Nell’art.4 della stessa ordinanza di Berlusconi vengono poi elencati i fondi che finiscono nel calderone dell’ufficio speciale: fondi ex GESCAL, mutui concessi o da concedersi all’amministrazione comunale e fondi di cui alla legge 433/91, ovvero i fondi per la ricostruzione e prevenzione del rischio sismico derivanti dal terremoto di Santa Lucia. Nel 2004 viene redatta l’ANALISI DELLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PIANO PARCHEGGI a pag.24 vengono elencati i parcheggi da realizzare indicando le relative fonti di finanziamento, tra i quali spiccano i fondi della L433/91 del terremoto di S.Lucia insieme ad altri fondi Por tanto da risultare finanziati anche i parcheggi scambiatori che non sono stati mai realizzati.
Non è finita perché qui Condorelli cala l’asso, giocando un colpo da maestro. Infatti Campo nell’intervista sosteneva che il Viale Alcide De Gasperi era un progetto legato esclusivamente alla viabilità (essendo Scapagnini Commissario alla Protezione civile), ma il collaboratore dell’inchiesta di Report controbatte: I fondi della L433/91 stanno alla base anche del finanziamento del Viale Alcide de Gasperi indicato come via di fuga e come testimoniano le cronache de LA SICILIA degli anni passati ed i relativi progetti menzionati e pagati anche miliardi di lire, utile “in caso di maremoto”.