Regione, via i dirigenti di ‘terza fascia’?

Egregio direttore,

nell’articolo pubblicato ieri sul vostro giornale dal titolo: “I conti in rosso della Regione siciliana (e le colpe dello Stato) Lei, giustamente, ricorda che lo Stato ha avallato tutte le leggi approvare dall’Ars sulla forestazione, sulla formazione, sugli ex Consorzi Asi, sui Consorzi di Bonifica, sugli Iacp e via continuando. Ha dimenticato, però, una cosa fondamentale che è, invece, in Italia, una prerogativa della Regione siciliana a Statuto autonomo: la terza fascia dei dirigenti regionali.

Si tratta di uno scandalo che costa, alle tasche dei siciliani, un sacco di soldi. Vorrei ricordare che la Regione siciliana – lo ripeto: unica in Italia – annovera tra le proprie fila ben mille e 800 dirigenti! Un numero assurdo, se è vero che molti di loro non hanno settori da dirigere. Uno scandalo. 

Tra gli sprechi, ieri, Lei avrebbe dovuto ricordare anche questo scandalo. Perché questo è un caso eclatante di cattivo uso dell’Autonomia siciliana.

E’ d’accordo sul fatto che il nuovo Governo regionale presieduto da Rosario Crocetta dovrebbe sbaraccare questa terza fascia dirigenziale?

 

Come al solito, il lettore mette in calce una firma di fantasia. E’ un dipendente regionale che non si vuole fare riconoscere? Non lo sappiamo. In ogni caso, il lettore pone un tema serio che, in verità, abbiamo più volte affrontato: quello della dirigenze regionale.

Detto questo, ricordiamo al nostro gentile lettore anonimo che l’articolo di ieri affronta il tema delle emergenze finanziarie della Regione siciliana, non degli sprechi.

Certo, emergenze e sprechi possono coincidere: ma, nel caso della dirigenza regionale, con rispetto parlano, si tratta solo di sprechi e non di emergenze.

Visto che ci siamo – anche per la sollecitazione del nostro lettore – ricordiamo che il nostro giornale ha più volte affrontato il tema della dirigenza regionale. Lo abbiamo fatto all’inizio della nostra avventura, alla fine dello scorso anno, e abbiamo ripreso il tema più volte.

Ricordiamo che un bizzarro lettore, tempo addietro, ci chiese perfino una ‘rettifica’, perché avevamo scritto che, pur in presenza di mille e 800 dirigenti regionali, ci sono altri funzionari – non ricordiamo più 400 o 500 – che vorrebbero essere ‘promossi’ dirigenti. Noi segnalammo l’assurdità di una Regione con mille e 800 dipendenti che avrebbe dovuto ‘promuoverne’ altri 400 0 500. Qualcuno ci rimase male. 

Concordiamo con il nostro lettore: la proliferazione folle del numero dei dirigenti – la ‘mitica’ terza fascia – è una delle tante fantasie potologico-clientelari dell’Autonomia siciliana.

Ci permettiamo, però, di sottolineare che anche la legge regionale che ha introdotto la ‘terza fascia’ dirigenziale – la legge regionale numero 10 del 2000 – è passata dal vaglio del commissario dello Stato dell’epoca senza essere stata impugnata. Lo Stato, in parole semplici, sapeva dell’istituzione della ‘terza fascia’ dirigenziale della Regione siciliana, sapeva che ben 2 mila funzionari, in un solo colpo, sarebbero diventati dirigenti: ma non ebbe nulla da obiettare. La legge – e in particolare quella parte della legge che ha introdotto la ‘terza fascia’ dirigenziale – non venne impugnata. 

Con questo, sia chiaro, non abbiamo alcuna intenzione di difendere la ‘terza fascia’: si è trattato – e lo ribadiamo – di una squallida operazione clientelare da parte di una classe politica di irresponsabili.

Quanto alla domanda finale le rispondiamo senza esitazioni: siamo perfettamente d’accordo sull’ipotesi di sbaraccare la terza fascia dirigenziale.

Ci chiediamo, però: le magistrature amministrative della Sicilia saranno d’accordo? Perché siamo certi che se il Governo Crocetta sbaraccherà la ‘terza fascia’ non mancheranno i ricorsi da parte di chi penserà, bontà sua, di aver subito un torto…

g.a.

 

 

Redazione

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