Domani l'Ars voterà sia la spesa in dodicesimi che il dpef. Per il governatore si tratta di un modo per approfondire e presentarsi al meglio al voto sulla legge di stabilità. A convincere l'esecutivo, anche alcuni temi caldi e sempre d'attualità come precari e forestali
Regione verso l’esercizio provvisorio per due mesi Crocetta: «Non sia scusa per rimandare finanziaria»
Avanti, ma piano. Nonostante sia Crocetta che Baccei volessero evitare il ricorso all’esercizio provvisorio, la scelta alla fine è stata questa. Domani sia l’atto di giunta che prevede la spesa in dodicesimi per due mesi, sia il documento di programmazione economica finanziaria (dpef), passeranno all’esame in commissione Bilancio e poi al voto dell’Aula. L’assessore all’Economia Baccei commenta così: «Gli uffici stanno lavorando alle norme che dovranno regolare la spesa bloccata con un articolo specifico, per il resto agiremo in dodicesimi. L’importante è arrivare al risultato finale».
La conferenza dei capigruppo è stata teatro di un confronto serrato tra Baccei e il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, che ha definito il ricorso all’esercizio provvisorio «una strada obbligata». A fare pendere la bilancia verso questa direzione, anche lo spauracchio di alcuni temi caldi tra cui precari e forestali, che necessiterebbero di ulteriori camere di compensazione e di un clima d’aula più rasserenato. A tal proposito, Crocetta, incontrando i giornalisti, ha commentato: «Avremo in questi mesi modo di approfondire e presentarci al meglio al voto sulla finanziaria. Stiamo lavorando per l’approvazione dell’esercizio provvisorio. Ha prevalso – continua il governatore – la mediazione sul dubbio che una normativa di carattere nazionale potesse essere calata dall’alto in una regione a statuto speciale. Non vorrei però che l’esercizio provvisorio diventasse un pretesto per differire il voto della finanziaria».
Intanto, questo pomeriggio, la maggioranza è andata sotto sulla norma che prevedeva la ricapitalizzazione della società partecipata Riscossione Sicilia, con un intervento di due milioni e mezzo di euro. A richiedere il voto segreto il Movimento cinque stelle. Trentasei voti a trentatré, l’esito della votazione.