Dopo un lustro al governo il presidente degli industriali si accorge che crocetta ha fallito. Ma nel fallimento, che potrebbe generare il commissariamento, ci sono anche le responsabilita' di confindustria
Regione: Montante sente puzza di bruciato. Vorrebbe mollare. E fa pure la morale. Troppo comodo dopo cinque anni
DOPO UN LUSTRO AL GOVERNO IL PRESIDENTE DEGLI INDUSTRIALI SI ACCORGE CHE CROCETTA HA FALLITO. MA NEL FALLIMENTO, CHE POTREBBE GENERARE IL COMMISSARIAMENTO, CI SONO ANCHE LE RESPONSABILITA’ DI CONFINDUSTRIA
Dopo un anno e quattro mesi il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, si accorge che il Governo regionale di Rosario Crocetta non va. Un effetti, non possiamo dargli torto: l’attuale governatore e i suoi dodici apostoli-assessori sono disastrosi.
Il problema, però, è che l’esecutivo dal quale, oggi, Montante prende le distanze è lo stesso che lui ha sostenuto in campagna elettorale: lo stesso che ha sostenuto fino ad oggi. E’ lo stesso Governo del quale fa parte una certa Linda Vanchieri – assessore alle Attività produttive – segnalata, se non ricordiamo male, proprio da Confindustria Sicilia.
Certo, ora la situazione sta precipitando. La Regione è senza soldi. Sala d’Ercole non manderà a casa il presidente: ma non gli farà fare le cose che gli ‘industriali’ vorrebbero che la Regione facesse: per esempio, il mutuo ‘ascaro’ da quasi un miliardo di euro per pagare fantomatiche imprese.
Insomma, lo scenario si è complicato. Anche la manovra – ovvero la legge sulle variazioni di bilancio – rischia di non variare una mazza, perché l’Ufficio del Commissario dello Stato non può perdere la faccia ritornando sui propri passi. Detto brutalmente, se i soldi del fondo rischi non potevano essere utilizzati un mese e mezzo fa, beh, non potranno diventare utilizzabili adesso.
Sente puzza di bruciato, il presidente di Confindustria Sicilia? Ha forse intuito che sta per arrivare una nuova impugnativa sulla presunta ‘riforma’ delle Province? Forse pensa – e forse non sbaglia – che la disastrosa avventura di Crocetta culminerà con il commissariamento della Regione?
Ma è troppo facile, oggi, chiamarsi fuori, egregio presidente Montante. Sappiamo che lei è potente, riverito e incensato. I leccac… non mancano. Ma non mancano nemmeno quelli che le ricordano che la sua pregiata organizzazione partecipa al Governo di questa Regione da oltre cinque anni.
Cosa avete combinato, in cinque anni, gestendo l’assessorato alle Attività produttive e altri ‘pezzi’ dell’Amministrazione regionale? Vi siete fatti di certo i cavoli vostri. Ma, al di là del vostro ‘Particulare’ di guicciardiniana memoria, la vostra presenza, al Governo della Sicilia, si è avvertita e si continua ad avvertire in negativo.
L’industria è quasi scomparsa. La stessa gestione dell’assessorato alle Attività produttive non ha brillato. Insomma sull’economia il Governo regionale – del quale Confindustria Sicilia è stato sponsor ed è sponso – non ha una versione strategica.
A Termini Imerese, ad esempio, in cinque anni, insieme con i soliti sindacati tanto al chilo, non è stato creato alcun problema alla Fiat, che ha lasciato la Sicilia dopo aver preso tanto. Mentre oltre mille e duecento capi famiglia, più altri lavoratori dell’indotto, sono rimasti disoccupati. E non parliamo delle sceneggiate sul ‘rilancio’ dell’automobile a Termini: un flop totale.
Crocetta ha fallito, certo. Su tutta la linea. Ma voi, egregio presidente, di questo fallimento economico, sociale, politico e, soprattutto, culturale siete parte integrante: anzi, protagonisti di primo piano.
Ha forse dimenticato che il governatore Crocetta vi ha dato in ‘appalto’ l’Irsap, l’Istituto per improbabili attività produttive? Dove, sulla plancia di comando, c’è un certo Alfonso Cicero, che lei forse conosce. Messo lì grazie ai titoli “conquistati sul campo”, come dice il presidente Crocetta, che è un grande conoscitore del Diritto amministrativo (Diritto amministrativo in salsa sicula, però: non quello ‘banale’ che si studia nelle università).
Se non ricordiamo male, anche l‘Irfis ha un presidente che non dovrebbe essere estraneo al suo mondo. E cu ci ‘u misi ddà? Sulu un ci potti iri: qualcuno lo ha segnalato. O imposto. Indovina chi.