Regione: mancano 50 milioni di euro per forestali e altri enti che operano in agricoltura

SENZA SOLDI ANCHE CONSORZI DI BONIFICA, ESA, ASSOCIAZIONE ALLEVATORI, ISTITUTO REGIONALE DELLA VITE E DELL’OLIO, ISTITUTO ZOOTECNICO E VIA CONTINUANDO. STANNO VENENDO AL PETTINE I NODI LEGATI ALL’ACCORDO-CAPESTRO CON ROMA SULLA RINUNCIA AL CONTENZIOSO FINANZIARIO FIRMATO DAL PRESIDENTE CROCETTA. LE PESANTI RESPONSABILITA’ POLITICHE DEI RENZIANI SICILIANI

Diventa sempre più preoccupante lo scenario per gli operai della forestale e, in generale, per gli enti e gli operatori che operano al servizio dell’agricoltura siciliana.

I ‘numeri’ di una crisi finanziaria che è già nei fatti sono emersi ieri, nel corso della riunione della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars. I problemi sono legati al Patto di stabilità e alla carente, se non assente, disponibilità finanziaria.

La questione del Patto di stabilità – soldi che ci sono, ma non possono essere utilizzati per non sforare i parametri recessivi che Bruxelles impone a Roma e che Roma ‘gira’ alle Regioni – tutto sommato, possono essere superati con un accordo con il Governo nazionale.

Il problema serio è legato alla mancanza di liquidità. Nelle ‘casse’ della Regione i soldi sono finiti, non perché il Governo di Rosario Crocetta li ha spesi, ma perché, in buona parte, se li è presi il Governo Renzi, che quest’anno ha letteralmente affamato la Sicilia.

A causa dei tagli operati dal Governo Renzi (i ‘famigerati’ accantonamenti costati alla nostra Regione un miliardo e 150 milioni, più altri 200 milioni di euro per la sceneggiata degli 80 euro al mese), la sanità siciliana è senza soldi (nessuno lo dice, ma le Aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia pagano molto a rilento i fornitori, o non li pagano affatto), le Province commissariate idem, molti Comuni sono al quasi dissesto finanziario e via continuando con le società regionali e con tutte le altre articolazioni dell’Amministrazione regionale.

Anche gli enti che operano in agricoltura non sfuggono alla carenza di risorse finanziarie. Ieri, in Commissione Bilancio e Finanze, è stato calcolato che, per pagare, come previsto da contratto, gli operai della Forestale che quest’anno stanno lavorando, mancano addirittura 30 milioni di euro!

Ciò significa l’interruzione del contratto per migliaia di operai della forestale, già in subbuglio perché non hanno ancora percepito le mensilità di luglio e agosto.

A questo si aggiunge un altro ‘buco’ di circa 20 milioni di euro per i Consorzi di bonifica, per l’Istituto regionale della Vite e dell’olio di Sicilia, per l’Esa, per l’Istituto Zootecnico sperimentale, per l’Associazione Allevatori e per gli altri enti che operano in agricoltura.

Di fatto, stanno vendo al pettine i nodi creati dal Governo Crocetta quando, qualche mese fa, ha siglato un accordo-capestro con il Governo Renzi, rinunciando a contenziosi con lo Stato che, in parte, erano già vinti.

Certo, anche il Governo Renzi è stretto da un Unione europea che impone e insiste con l’austerità. Ma la sensazione è che, tra tutte le Regioni italiane, la Sicilia sia quella che sta pagando di più, con la scusa, falsa, che la nostra Isola, in quanto Regione a Statuto speciale, trattenga molte delle imposte che in altre Regioni sono trattenute dallo Stato.

Gli illuminanti articoli scritti nei giorni scorsi dal professore Massimo Costa sul nostro giornale – per la cronaca, Massimo Costa insegna alla facoltà di Economia e Commercio di Palermo e conosce molto bene i temi legati al contenzioso finanziario tra Stato e Regione – hanno fatto chiarezza su questo punto, dimostrando, numeri alla mano, che lo Stato ha scippato alla nostra Regione un sacco di soldi.

A questo punto è bene chiarire di chi sono le responsabilità della crisi finanziaria che si sta abbattendo non soltanto sul mondo dell’agricoltura siciliana ma, come già accennato, su tutta la Regione e sul mondo che ruota attorno alla stessa Regione: sui Comuni, sulle Province commissariate, sulla sanità e via continuando.

I forestali che non vengono pagati, ad esempio (con riferimento soprattutto agli operai delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna), è bene che sappiano che i loro interlocutori si chiamano Crocetta e Renzi. E’ inutile che vanno a protestare dall’assessore alle Risorse agricole, che è arrivato da poco e che ha subito le scelte adottate dal presidente della Regione.

Lo stesso discorso vale per i Comuni e le Province commissariate: è inutile prendersela con l’assessore alle Autonomie locali: i responsabili di questo disastro finanziario che si sta abbattendo sulla Sicilia sono il presidente della Regione, Crocetta, e tutta l’ala renziana del PD, con in testa il leader dei renziani siciliani, l’onorevole Davide Faraone, che fa parte e appoggia le scelte dell’attuale Governo regionale.

Grande responsabilità politica ha anche il capogruppo all’Ars del PD, Baldo Gucciardi, che a Sala d’Ercole, invece di difendere le ragioni della Sicilia, ha difeso le scelte ‘ascare’ del Governo Crocetta in ordine alla rinuncia ai contenziosi.

 


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