La Regione siciliana fa scorta di RoActemra (Tocilizumab). No, nell’Isola non si è trovata la cura contro il Coronavirus. Ma questo farmaco, nato per curare l’artrite reumatoide e iniettato per via endovenosa, sta dando buoni risultati sui pazienti contagiati da Covid-19 che sono intubati e con un quadro di stress respiratorio acuto grave. In sostanza risulta efficace nel ridurre gli effetti del coronavirus a carico del sistema polmonare.
Per questo l’assessorato alla Salute ha disposto che l’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo e il policlinico Vittorio Emanuele di Catania saranno i due hub per l’acquisto e lo smistamento del medicinale. Il primo sarà riferimento per gli ospedali del bacino occidentale (Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani), e il secondo per la zona orientale (Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa). La casa farmaceutica che lo produce, Roche, ha scritto al ministro della Salute e a tutti i presidenti delle Regioni per dare la sua disponibilità a inviarlo gratuitamente agli enti che ne facessero richiesta.
Negli ospedali siciliani, così come nel resto d’Italia e prima ancora in Cina, ci sono due filoni terapici che si stanno attuando sui pazienti. «Un primo filone – spiega a MeridioNews Carmelo Iacobello, direttore di Malattie infettive nell’ospedale Cannizzaro di Catania – riguarda l’azione di contrasto al coronavirus in senso stretto. Questa azione antivirale è fatta attraverso farmaci non nuovi, già conosciuti per l’Hiv, in particolare il Lopinavir con il Ritonavir, un inibitore della proteasi, in sostanza cerca di bloccare alcuni enzimi di cui il virus si avvale per agire. A questi si aggiungono degli antimalarici con effetto antinfiammatorio».
Ieri proprio dal reparto di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro è stato dimesso uno dei docenti di Agraria contagiati. Quanto hanno influito le cure? «Difficile dirlo – spiega Iacobello – ci sono troppe variabili in gioco. L’efficacia dei farmaci che stiamo usando è tutta da dimostrare».
Il secondo filone di terapia è invece quello che cerca di combattere gli effetti del Coronavirus come la polmonite. Ed è qui che si inserisce il Tocilizumab di cui la Regione sta facendo scorta. «È un farmaco – continua il direttore di Malattie infettive – usato solitamente per l’artrite reumatoide e che stiamo provando nelle forme di polmoniti molto gravi. Nei pazienti intubati facciamo il dosaggio di interleuchina 6 (una proteina coinvolta nel processo di infiammazione) e se è molto alto li trattiamo con questo farmaco. I risultati – conclude – sono incoraggianti».
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