Regione, arriva la liquidità con un prestito contratto con la Cassa depositi e prestiti

Nessun problema per gli stipendi dei dipendenti regionali e qualche ombra, invece, per altre categorie: per esempio, per i lavoratori della formazione professionale. Certo, la carenza di liquidità resta (così come restano i problemi strutturali del bilancio della Regione, per i quali non si intravede ancora una soluzione, a parte le disquisizioni, più o meno dotte, su articolo 36 dello Statuto o sulle accise da idrocarburi ancora di là da venire), ma, bene o male, anche per questo fine di anno si riuscirà a mettere una pezza ai ‘buchi’ che si aprono qua e là tra le pieghe dell’amministrazione regionale grazie a un prestito contratto dalla Regione in ‘zona Cesarini’.
Il prestito in questione è stato contratto con la Cassa depositi e prestiti. Avrebbero dovuto essere circa 800 milioni di euro. Invece saranno di meno (si spera solo un po’ di meno) a causa di una documentazione un po’ carente presentata dagli stessi uffici della Regione. In ogni caso, anche se con ritardo, il prestito, in verità un po’ ‘azzoppato’, è andato in porto. La sospirata liquidità è arrivata. Regione e dipendenti possono tirare un sospiro di sollievo. Sarà un Santo Natale come tutti gli altri.
E l’Aula? L’unico dato certo, anzi, gli unici due dati certi sono il disegno di legge (ddl) sull’esercizio provvisorio e il ddl sui ticket sanitari (farmaci e prestazioni specialistiche). I due provvedimenti avranno la preminenza su tutti gli altri. Il ddl sui nuovi ticket è obbligatorio, pena la perdita, da parte della Regione siciliana, di circa 900 milioni di euro che, con i tempi che corrono, la Sicilia. non può certo regalare a Roma. Dal reddito Isee si passerà al reddito familiare. Il ‘succo’, al di là delle chiacchiere, è che verrà ridotta la fascia di chi fino ad oggi non ha pagato il ticket sui farmaci e sulle visite specialistiche. Una medicina ‘amara’ che sarà inevitabile ‘inghiottire’.
Anche il ddl sull’esercizio provvisorio è indispensabile, perché, allo stato delle cose, il governo della Regione, alla luce dei ‘tagli’ ‘regalati’ alla Sicilia dal governo Monti, non sa dove mettere le mani. In questo scenario e con questi chiari di luna, meglio rinviare l’approvazione del bilancio, non si sa ancora se di un mese o di tre mesi. Si vedrà.
Il ddl sull’esercizio provvisorio, quest’anno, si annuncia ‘pesante’. Conterrà, infatti, anche altri provvedimenti. Quali? Per esempio, una sorta di ‘regionalizzazione’ del patto di stabilità. E, almeno così si sussurra, la fine della possibilità, per i ‘fortunati’, di andare in pensione in anticipo grazie a un’interpretazione, tutta siciliana, della legge nazionale numero 104. Si tratta di una legge seria, per aiutare i familiari di chi tiene in casa congiunti colpiti da gravi malattie. Una legge che, riveduta e corretta dal Legislatore siciliano, è diventata una farsa, se non una truffa, con dipendenti regionali – quasi sempre alti dirigenti – andati in pensione giovanissimi e impegnati più ad acciuffare altri incarichi (qualche volta nella stessa amministrazione regionale, in barba alla legge) che a occuparsi di congiunti malati.
Si cerca, anche in questo caso, di mettere una ‘pezza’ a un’operetta oscena, magari prima che arrivino magistratura penale e Corte dei Conti. Il dibattito a Sala d’Ercole si annuncia infuocato, perché le opposizioni – e forse non hanno tutti i torti – rinfaccerano al governo di voler abolire il pensionamento facile della 104 solo dopo che lo stesso esecutivo ha ‘sistemato’ i propri ‘raccomandati (spicca il caso di un ex componente dell’ufficio di gabinetto dell’assessore alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici, ma non è il solo). Non dovrebbe mancare la proposta di un provvedimento parzialmente retroattivo. Anche in questo caso, il finale è ancora tutto da scrivere.
Resta la riforma dei Consorzi Asi sulla quale puntano Confindustra Sicilia e l’assessore alle Attività produttive, Marco Venturi, che degli industriali siciliani è espressione. Le resistenze sono tante. Forse troppe. Soprattutto da parte degli alti dirigenti delle stesse Asi che, ovviamente, non sembrano moto felici di perdere indennità che, in alcuni casi, somigliano molto a quelle dei dirigenti generali.
Qualche ombra, infine, sulle nuove stabilizzazioni di personale annunciate dal governo regionale. La faccenda, infatti, si annuncia più complessa del previsto. A quanto si sussurra, nel clima di rigore dei conti imposti dal governo Monti, persino l’ufficio del commissario dello Stato, che nell’ultimo anno non sempre ha ‘stretto le maglie’, potrebbe, questa volta, dover mettere da parte la clemenza.

 

Redazione

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