Salutata dalla maggioranza come un'importante riforma, per l'opposizione si tratta del risultato di una deriva autoritaria. Indipendentemente dal tipo di emergenza, il governo regionale potrà derogare alle norme sugli appalti in casi di emergenza
Regione, approvata la legge sulla semplificazione Poteri speciali a Musumeci in caso di emergenze
È polemica all’Ars dopo l’approvazione della norma che mette in mano poteri speciali al governo regionale in stato di dichiarata emergenza. Il disegno di legge che ha visto come primo firmatario Luca Sammartino e passato proprio grazie ai voti decisivi di Italia Viva, di cui Sammartino è capogruppo, nasce come figlio dell’emergenza vissuta per la pandemia di coronavirus, ma va a interessare il compartimento delle infrastrutture e dei lavori pubblici, e privati, con le autorizzazioni che scattano anche in caso di silenzio assenso da parte degli uffici della Regione. Tutto ciò al fine di accorciare i tempi e favorire – nelle intenzioni – la ripresa.
La proposta aveva già scatenato indignazione nell’opposizione, che era comunque riuscita a far passare un emendamento che prevede che il silenzio assenso possa scattare solo in caso di via libera da parte degli uffici. In questo modo qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di verificare in un secondo momento la presenza dei requisiti richiesti dalla legge.
Altra novità, introdotta in aula con un emendamento presentato dal governo Musumeci, è quella riguardante i poteri speciali che il presidente della Regione otterrà nel momento in cui verrà dichiarato lo stato d’emergenza. Indipendentemente dalla causa della stessa. Musumeci così avrà il potere di nominare commissari che avranno la possibilità di agire in deroga alle norme, anche per quanto riguarda quelle che regolano gli appalti e la tutela del paesaggio. Una legge che nella sua gestazione è stata più volte accostata all’iter seguito per la ricostruzione del ponte Morandi.
Un esempio, quello del Morandi, molto caro a Nello Musumeci. Il presidente della Regione aveva insistito proprio sulla possibilità di avere poteri speciali da trasferire ad appositi commissari già in occasione della diatriba con l’Anas, che ha portato la Regione ad adire vie legali nei confronti dell’azienda a partecipazione statale, per i ritardi sulle tante infrastrutture strategiche: dall’autostrada Palermo-Catania alle altre assi viarie da anni cantierate, ma di fatto ferme al palo. In questo modo, per fare un esempio, Musumeci non avrà bisogno di aspettare che il governo nazionale accetti le condizioni dettate dalla Regione, che ha chiesto la possibilità di nominare un commissario con poteri speciali per la realizzazione in pochi anni di dieci opere infrastrutturali ritenute strategiche.
Una vera e propria riforma che ha fatto gridare alla deriva autoritaria l’opposizione, con gli esponenti del Partito democratico in particolare che hanno speso parole molto dure sul ruolo dei futuri commissari, che di fatto potranno anche bypassare le decisioni dell’Assemblea regionale. Una legge, tuttavia, da cui restano fuori le parti condivise relative alle emergenze a carattere nazionale e il tema dei rifiuti. Nel primo caso per non pestarsi i piedi con le decisioni del governo nazionale: nel caso della pandemia, per fare un esempio, palazzo d’Orleans è tenuto a seguire le indicazioni romane sotto al profilo sanitario, mentre si riserva pieni poteri per quello che riguarda tutti gli altri aspetti della crisi, infrastrutture su tutti.
Il caso dei rifiuti, invece, rientra tra le «situazioni emergenziali già disciplinate dal nostro ordinamento con legge statali». In pratica «situazioni di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente» continueranno a essere gestite, come già ripetutamente avvenuto in passato, con le ordinanze contingibili e urgenti adottate dal presidente della Regione ai sensi del codice dell’ambiente.