Stamattina si è svolta l'udienza per decidere sul ricorso presentato da Mauro Giulivi, attivista palermitano escluso dalle consultazioni online di luglio. «C'è stata una discussione battagliata - ricostruisce il suo legale - noi abbiamo chiesto di riptere le consultazioni limitatamente a Palermo, bastano quattro giorni»
Regionarie M5s, giudice si riserva di decidere sul ricorso Per il Movimento non ci sono i tempi per nuove votazioni
Rifare le votazioni del primo turno limitatamente al distretto di Palermo. È questa la richiesta che, nell’udienza di stamattina, ha presentato l’avvocato di Mauro Giulivi, l’attivista del Movimento 5 stelle che ha fatto ricorso contro la sua esclusione dai candidati alle Regionarie e al momento tiene congelato l’esito della consultazione che ha incoronato Giancarlo Cancelleri.
Il giudice si è riservato di decidere. Verosimilmente l’esito potrebbe essere comunicato a stretto giro. «Da parte nostra – spiega il legale Lorenzo Borrè – abbiamo limitato la richiesta alla ripetizione del voto solo a Palermo». Stando alla ricostruzione dell’avvocato di Giulivi, stamattina davanti al giudice è andata in scena «una discussione battagliata». «Non tanto sulla fondatezza del ricorso – continua il legale – quello non ci viene più contestato, quanto piuttosto sui tempi tecnici necessari e ripetere l’iter delle consultazioni. Secondo la controparte non ci sono, secondo noi sì, basterebbero quattro giorni per rifarle». Nessuna replica da parte del Movimento 5 stelle che ribadisce semplicemente la posizione già espressa: avanti tutta, in attesa della decisione del giudice che, in ogni caso, verrà rispettata.
Giulivi, storico attivista del meet up palermitano e vicino alla corrente nutiana del Movimento, è stato escluso dalla consultazione per non aver firmato il codice etico che gli era stato sottoposto dal Movimento e dallo staff, necessario per potersi candidare. Secondo quanto ricostruito dall’avvocato, il suo assistito avrebbe dovuto presentarsi alle Comunarie di Palermo, ma sarebbe stato escluso perché, in quell’occasione, quindi nel febbraio del 2017, non si è presentato alla firma del codice etico. Una mancata sottoscrizione che, secondo Giulivi, è dovuta al fatto di essere stato avvisato poche ore prima via email e di non aver avuto possibilità di leggere preventivamente il codice.
«Ha chiesto chiarimento ma non è mai arrivata una risposta – ha spiegato Borrè -. Nei mesi successivi ha continuato a partecipare da attivista al movimento, ma quando ha provato a presentarsi alle Regionarie gli è stato detto che era escluso perché su di lui pende un provvedimento disciplinare». Secondo il Movimento 5 stelle, però, a Giulivi era stato comunicato, attraverso un’email firmata dallo Staff, l’avvio del provvedimento disciplinare con una nota del 23 maggio in cui si invitava a fornire chiarimenti. Una nota che però, secondo il giudice, «non può qualificarsi come atto di contestazione di illecito disciplinare».