Regionali, De Luca promette tante semplificazioni «Aboliremo commissione per valutazioni ambientali»

«Autonomisti nella testa, indipendentisti nel cuore». Questo il binomio che da Palermo, in piazza Verdi, ha lanciato Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione Siciliana.
Davanti ad una folla delle grandi occasioni, l’ex primo cittadino di Messina ha illustrato le priorità che ha in mente. «La nostra insularità deve essere un punto di forza – ha spiegato -. Sarà la Sicilia la terra attrattiva dove attraverso l’applicazione del primo nostro comandamento programmatico non ci saranno più i “mister no”. Qui si verrà per investire. I nostri imprenditori potranno ampliare i loro investimenti. I nostri Comuni per poter fare una pianificazione urbanistica oggi impiegano dieci anni. Aboliremo – ha continuato De Luca – la commissione Via-Vas e l’Urega. Miriamo alla semplificazione e all’accentramento. La pubblica amministrazione regionale deve essere una leva di sviluppo». 

Cambio di rotta, così come già annunciato, con i comandamenti lungo il cammino che, lo scorso mese, lo ha portato, a piedi o in bici, dalla città dello Stretto a Palermo. Ma l’occasione del comizio è servita anche per lanciare qualche frecciata, neanche troppo velata, agli avversari politici. Nel mirino Totò Cuffaro, la gestione dei beni pubblici e gli accordi sottobanco, prima e dopo le elezioni, nel centrodestra. «Il fatto che non sia candidabile – ha sottolineato, riferendosi a Cuffaro – non mi riguarda perché ho sempre condannato la sua mala gestione. Con lui mi sono scontrato quando ha commesso uno dei peggiori delitti, che ancora noi stiamo pagando; è stato l’artefice della svendita dei beni immobili della Regione Siciliana». Stavolta si inserisce, però, un’altra vicenda. «Nel frattempo che Musumeci – ha aggiunto – stava cercando di fare sponda per riproporsi ai siciliani, (Cuffaro) gli ha scippato a Musumeci la nomina di suo fratello a direttore generale».

Intanto De Luca incassa un altro risultato che, in parte, alimenta le sue posizioni esternate in maniera colorita. Nei giorni scorsi, infatti, aveva segnalato la diffusione di sondaggi «farlocchi del centrodestra» da parte di alcune testate. Adesso definisce «imbarazzante la risposta all’esposto» che aveva presentato. Dicono che non è mai stato «trasmesso – ha detto De Luca – il sondaggio contestato! Probabilmente si è trattato di una allucinazione collettiva, così come fantasioso era il risultato della presunta rilevazione». Ma intanto la questione delle percentuali sta diventando sempre più argomento di discussione. «Vincerà davvero con il 41 per cento? – scherza ma non tanto De Luca – è la domanda che mi sento fare più frequentemente. La mia risposta è sempre la stessa 41 per cento più Iva. Bisogna solo decidere se l’Iva sarà al 4 per cento o al 22».


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