Il candidato del centrodestra vince con un distacco di circa quattro punti percentuali. Determinanti i risultati a lui favorevoli a Palermo, Catania e Messina. Il voto disgiunto danneggia Micari. Fava porta la sinistra di nuovo all'Ars. Tra le liste primo per distacco il M5s, poi Forza Italia e Pd. Bene Udc e autonomisti
Elezioni Regionali 2017, Musumeci eletto presidente Cancelleri prevale in cinque province ma non basta
Nello Musumeci è il nuovo presidente della Regione Sicilia. Lo spoglio è ancora nella fase finale ma il distacco con Giancarlo Cancelleri è incolmabile. Lo stesso candidato del Movimento 5 stelle, poco dopo le 18.30, si è presentato alla stampa. «Questa terra voleva persone oneste, non avremo nessun dialogo con queste persone», le prime parole di altri cinque anni all’opposizione.
Musumeci ottiene il 39,7 per cento delle preferenze, Cancelleri si ferma al 34,8 per cento. Il candidato pentastellato prevale in cinque province su nove (Trapani, Ragusa, Siracusa, Enna e Agrigento), ma il totale regionale dei voti premia Musumeci che invece vince nelle tre città metropolitane: Palermo, Catania e Messina. In particolare nella città dello Stretto Forza Italia è trascinata dall’exploit del 21enne Luigi Genovese.
Netta la sconfitta del centrosinistra, con Fabrizio Micari al 18,5 per cento, a due terzi dello spoglio, un risultato che ricalca le ultime proiezioni (era al 17,5 secondo l’istituto Piepoli). Fava si assesta intorno al 6,2 per cento.
Tra i primi a parlare Luigi Di Maio che ha sottolineato come il Movimento 5 stelle abbia triplicato i voti rispetto alle Regionali del 2012 e abbia doppiato sia Forza Italia che il Pd. Voti che però rischiano di non bastare per conquistare il governo della Regione Sicilia. Di Maio ha anche annullato il confronto in tv previsto martedì su La7 con Matteo Renzi.
Nel centrosinistra è iniziata la resa dei conti, con Davide Faraone (Pd) e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che attaccano la sinistra guidata da Claudio Fava e il governo Crocetta, «esperienza disastrosa». In particolare Faraone ha fortemente criticato anche Pietro Grasso, che replica: «Ho comunicato ufficialmente e con parole inequivocabili l’impossibilità, per motivi di carattere istituzionale, di candidarsi alla Regione Siciliana il 25 giugno scorso. Non si può certamente addebitare a me il fatto che, al di là dell’ardita ipotesi di far dimettere la seconda carica dello Stato per competere all’elezione del governatore della Sicilia, per lunghe settimane non si sia delineato alcun piano alternativo. Imputare a Grasso il risultato che si va profilando per il Pd, peraltro in linea con tutte le ultime competizioni amministrative e referendarie, è quindi una patetica scusa, utile solo ad impedire altre e più approfondite riflessioni, di carattere politico e non personalistico, in merito al bilancio della fase attuale e alle prospettive di quelle future».
Moderato ottimismo nel comitato di Claudio Fava, dove il sempre più probabile superamento della soglia di sbarramento della lista Cento Passi fa dire a Erasmo Palazzotto, di Sinistra italiana, che si tratta di «un risultato storico».
Andando ai voti delle coalizioni e delle liste, secondo i dati che emergono con oltre quattromila sezioni scrutinate su 5.300, la lista più votata a livello regionale è il Movimento 5 stelle col 26,8 per cento, seconda Forza Italia col 16,4 per cento, terzo il Pd col 13 per cento. Seguono Popolari e Autonomisti col 7,2 per cento; Udc 6,9 per cento; Diventerà Bellissima col 6,14 per cento; Sicilia Futura col 5,99 per cento; Cento Passi col 5,3 per cento. Si giocano all’ultimo voto il superamento della soglia di sbarramento Noi con Salvini-Fratelli d’Italia e Alternativa Popolare, fuori dai giochi Arcipelago Sicilia.
Guardando all’insieme delle coalizioni, il primo dato che emerge è la grande differenza tra i voti alle liste del centrosinistra e quelle al candidato presidente Micari che perde sei punti percentuali rispetto alla sua coalizione. Segno che, come previsto, ci sarebbe stato un importante voto disgiunto. Andando con ordine, la coalizione del centrodestra si attesterebbe al 42 per cento, la lista del Movimento 5 stelle al 26,8 per cento; la coalizione del centrosinistra al 25,16 per cento; Cento passi per la Sicilia al 5,3 per cento.