Alla periferia sud di Catania, un gruppo di uomini invita a votare Gaetano Benincasa: «Fammi questa gentilezza», dice uno di loro dopo averci dato un santino. Di fronte alla scuola Cesare Battisti, ci sono invece i parenti dell'aspirante deputato di Forza Italia, che ricordano ai conoscenti cosa scrivere. Guarda il video
Regionali 2017, a Librino chiesti voti davanti ai seggi In via della Concordia presidio del padre di Pellegrino
Tappeti di santini elettorali nei pressi dei seggi, un patronato con un manifesto appeso, ma anche un gruppo di uomini che distribuisce fac-simile davanti a una scuola di Librino e il padre di un candidato che, insieme ad alcuni parenti, presidia l’ingresso di un istituto scolastico in un quartiere popolare. Sono questi alcuni dei tratti salienti del giorno del voto a Catania per le elezioni regionali del 2017. Una fotografia sbiadita, con tante sacche di illegalità, di un modo di cercare il consenso che vorrebbe spingersi fino a dentro il segreto della cabina.
«Mi raccomando», dice il padre del candidato di Forza Italia Riccardo Pellegrino. È fermo di fronte ai seggi ospitati alla scuola Cesare Battisti, in via della Concordia, assieme ad alcuni altri parenti. Tra un’analisi politica e l’altra – «Forza Italia esce con quattro seggi» e «Coppolino (Carmelo, ndr) non è uno da seimila voti» -, con gli amici si fa anche un riferimento alle polemiche che hanno investito il giovane aspirante deputato Ars: «A Riccardo lo hanno massacrato», spiega. Probabilmente riferendosi alla definizione di «impresentabile» che gli è stata attribuita per i guai giudiziari di due fratelli, uno dei quali considerato dalla procura di Catania come un fedelissimo del boss mafioso Nuccio Mazzei.
Di altro tipo è il presidio di fronte all’istituto comprensivo Campanella-Sturzo di viale Bummacaro, a Librino. «Ha preferenze?», chiede un capannello di persone a chi parcheggia di fronte al plesso scolastico. Alla risposta negativa, immediatamente viene consegnato un santino di Gaetano Benincasa, candidato Udc originario di Palagonia. «Lui era con Stancanelli (ex sindaco di Catania, ndr), era il suo segretario generale», dice uno di loro invitando al voto. Continuando, poco dopo, nella sua opera di convincimento: «Se puoi farmi la gentilezza, tanto non hai una preferenza».
Questi però non sono gli unici assembramenti in prossimità delle sezioni. Il consigliere di municipalità Dario Grasso, eletto in quota Articolo 4, per diverso tempo staziona all’ingresso della scuola XX Settembre nei pressi di via Caronda, municipalità Borgo-Sanzio. Strette di mano, abbracci e scambi di battute con i cittadini. Con lui per qualche decina di minuti c’è anche con l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo e il fedelissimo del sindaco Enzo Bianco Francesco Marano.
Una delle costanti, e non di certo una novità, delle Regionali 2017 è quella dei santini elettorali abbandonati nei pressi dei seggi. Centinaia a Librino davanti, alla scuola Cardinale Dusmet, Movimento 5 stelle compreso. Il più presente a terra? L’ex assessore del Comune di Catania Angelo Villari, oggi candidato dem, il cui volto si ripete per centinaia e centinaia di volte tra le vie di Nesima e nella più centrale via Garibaldi. C’è poi chi decide di appendere un manifesto del deputato uscente Luca Sammartino in un patronato di via Plebiscito. Il faccione del politico con tanto di logo dl Partito democratico viene però rimosso dopo qualche ora, tra le 11.30 e le 12.