Il racconto della giornata del voto dominata dall'astensionismo nel capoluogo. Dai seggi in cui si rimprovera ai giovani scarso interesse a quelli dove mancano gli anziani, dagli incentivi dolciari, a chi si imbatte per caso nel presidente Mattarella. E le reazioni di vincitori e sconfitti
Referendum trivelle 2016, la risposta di Palermo Amara ironia: «A picca manco vinniru i cristiani»
Concerti, manifestazioni, prese di posizione pubbliche, ma il referendum sulle trivelle si è concluso con un nulla di fatto. Nessun quorum. Inutile a questo punto l’affermazione schiacciante del sì dopo lo spoglio. È frastornato il risveglio di Palermo il giorno dopo la chiamata alle urne che si è conclusa con un dato sull’affluenza maggiore rispetto alla media regionale, ma ben lontano dalla fatidica soglia del 50 per cento più uno degli aventi diritto. Nel capoluogo non si è andati oltre il 29,14 per cento.
Vince l’astensionismo, dunque, ma anche la confusione. «Ma davvero la gente viene a votare e dopo chiede a che serve il voto e cosa è?» commenta sui social uno scrutatore. «Noi stiamo andando bene – aggiunge un presidente di seggio della scuola Archimede, in piazza Castelnuovo durante le operazioni di voto – Poi però arrivano i dati dalla periferia e ammazzano la media». «A un certo punto della mattinata – ribatte uno scrutatore della scuola Giovanni Falcone di via Ernesto Basile – nella mia sezione avevano votato solo tre persone. E due di loro erano scrutatori». E non è facile neanche tracciare un profilo del cittadino medio che ha deciso di impegnare parte della sua domenica recandosi ai seggi a votare. «I ragazzi sono il futuro e non vanno a votare – dice un presidente di seggio della scuola Medaglie d’Oro di via Deodato – La maggior parte erano anziani». Controbatte un collega, ancora della scuola Falcone: «Mancano gli anziani, sono venuti più ragazzi e persone di mezza età». L’unico dato che conta, tuttavia, rimane quello sul numero dei votanti e su questo si esprime un agente della polizia municipale in servizio ai seggi della scuola Medaglie d’Oro che a chi gli chiedeva se ci fossero stati problemi di ordine pubblico risponde: «Ma che deve essere successo? A picca manco vinniru i cristiani».
«Estratto dopo 25 anni per fare lo scrutatore al referendum, trovo al seggio il Presidente della Repubblica!» commenta stupito – con tanto di video – su Facebook Francesco Passantino, scrutatore alla Giovanni Piazzi di via Mario Rutelli, dove Sergio Mattarella si è recato per votare in tarda serata. E poi c’è chi, come Daniela Tomasino, presidente di seggio alla scuola Luigi Natoli di corso dei Mille apre la giornata elettorale sui social di buon mattino scrivendo: «Noi fermi a due votanti, nella sezione accanto gli elettori apprezzano gli incentivi in caramelle e hanno votato già in otto!». E la chiude in nottata denunciando la scarsa organizzazione per la consegna dei plichi. Tra le tante persona al lavoro per il funzionamento della macchina referendaria anche i dipendenti del Comune. «Se non altro è stata una domenica impegnativa e animata – dice Marco Frasca Polara, presidente dell’ottava circoscrizione – Se ai seggi si è battuto la fiacca, presso gli uffici comunali è stato un continuo via vai. Solo in via Fileti, e solo nella giornata di oggi, rilasciate quasi 500 nuove tessere elettorali per garantire l’esercizio del diritto di voto a tutti in questa e nelle prossime consultazioni elettorali».
E poi ci sono vincitori e sconfitti. Il partito del sì, quello del no e quello dell’astensione. Oltre ai tanti dibattiti a mezzo social in pochi i big palermitani della politica che hanno espresso un proprio parere a commento del nulla di fatto elettorale. Tra questi c’è il segretario provinciale del Pd, Carmelo Miceli, apertamente schierato sul fronte dell’astensionismo, che comunque non fa proclami. «Il dato emerso non necessita di interpretazioni – dice – e men che meno di ulteriori, inutili e sterili polemiche. Personalmente, credo nella buona fede di coloro che hanno votato e sono convinto che questi, o meglio la stragrande maggioranza di questi, abbia deciso di votare non contro qualcuno ma per la convinzione che il voto, questa volta, fosse un modo per tutelare l’ambiente. A coloro che nella Provincia di Palermo hanno votato sì o comunque hanno votato (io, non è un mistero, non sono stato tra questi), rivolgo l’invito ad accettare il risultato e a pensare che anche da domani, soprattutto da domani, è possibile continuare a battersi per l’ambiente». Ma proprio sul tema ambiente arriva la replica del deputato regionale di Forza Italia Vincenzo Figuccia, che promette battaglia: «Mi spiace solo che in queste settimane si sia parlato poco di ambiente e di rischi collegati. Il furbetto (Renzi ndr) per il momento ha vinto ed è riuscito nel suo intento. Ma stia calmino, ci rivediamo a ottobre».