«I termini per presentare gli emendamenti scadono proprio alle ore 15 di oggi - spiega Marina Fontana, vedova di Roberto Cona . Noi chiediamo l'introduzione del reato di omicidio stradale anche per chi causa incidenti mortali a causa di uso di droghe, alcol, distrazione consapevole e alta velocità»
Reato di omicidio stradale, Marina Fontana a Roma «Scadono oggi termini per presentare emendamenti»
«Ancora non ci siamo. Così non va bene. Manca ancora tanto per essere una legge giusta. La scadenza dei termini per presentare gli emendamenti è stata rinviata alle 15 di oggi dal Presidente Palma, e noi continuiamo a chiedere alla Commissione di prevedere le modifiche necessarie a rendere giusto questo DDL». Una battaglia, quella per l’introduzione del reato di omicidio stradale, che Marina Fontana, porta avanti incessantemente da quando suo marito, Roberto Cona, è stato ucciso sull’ autostrada del Sole la sera del 26 luglio 2014. Per questo oggi è a Roma, davanti al Senato con sua cugina Sabrina Melodia, per consegnare dei fogli a tutti i senatori che entreranno e per chiedere loro di presentare gli emendamenti ancora mancanti per «fare dell’omicidio stradale una legge giusta».
«Abbiamo apprezzato la modifica apportata alla fattispecie riferita all’alta velocità su strade
extraurbane – dice – dove è stata recepita la nostra richiesta e anziché indicare pari al doppio rispetto alla velocità consentita, adesso il testo indica una velocità superiore di almeno 50 Km. Noi chiediamo l’inserimento immediato nell’atto del Senato n. 859 di un emendamento che indichi tra le cause anche la guida consapevolmente distratta – l’uso non consentito di apparecchi elettronici quali cellulari e tablet – o la guida consapevolmente negligente – imboccare consapevolmente una strada o autostrada contromano. Il DDL non prevede il ritiro permanente della patente di guida. Noi chiediamo di prevedere l’ergastolo della patente nei casi più gravi (omicidio multiplo o mancato soccorso). Il DDL non prevede l’arresto immediato che noi riteniamo invece vada previsto. Concordiamo inoltre con chi ha segnalato che 8 anni di minimo della pena sono davvero troppo pochi rispetto alla possibile diminuzione per gli sconti di pena».
«E’ una battaglia di tutti – dice Sabrina Melodia – non solo di Marina o della nostra famiglia. Quello che è successo a Roberto potrebbe accadere a chiunque, lui poteva essere il marito, il fratello, l’amico più caro di ognuno di noi».