I 50 dipendenti della storica ottica resteranno in sit in fino a martedì prossimo per protestare contro la scelta di chiudere gli uffici di Palermo. L'azienda, nel frattempo, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe l'intenzione di incontrare i sindacati dopo le feste. Intanto, i sindacati lamentano comportamenti poco chiari
Randazzo, al via confronto da gennaio Sindacati: «Troppo tardi, restano dubbi»
Proseguirà fino a martedì prossimo la protesta dei 50 dipendenti ex Randazzo, ora Optissima, dopo che l’azienda ha stabilito la chiusura degli uffici del capoluogo siciliano. La ristrutturazione aziendale è scattata a soli sei mesi dall’acquisizione da parte del colosso olandese. La nuova proprietà, in maniera unilaterale, ha comunicato il trasferimento a Bologna, dove ha sede Avanzi, con cui la Randazzo si fonderà entro il prossimo mese di giugno. Il cambio della sede amministrativa al Nord mette però a rischio il mantenimento dei posti di lavoro, motivo per cui nei giorni scorsi è stato proclamato lo sciopero ad oltranza con sit in di protesta, che proseguirà fino a martedì, davanti le vetrine dell’azienda in via Ruggero Settimo.
L’azienda, secondo indiscrezioni, avrebbe deciso di incontrare i sindacati e lavoratori attorno a un tavolo, ma a partire da gennaio. Un ritardo incomprensbile per le parti sociali che, nel frattempo, lamentano alcuni presunti comportamenti antisindacali. «Ieri durante lo sciopero – racconta a MeridioNews il segretario generale Filcams Cgil Palermo, Monja Caiolo – una dipendente è entrata negli uffici per utilizzare i bagni ed è stata invitata con fermezza ad andare via. Nel pomeriggio, quindi, hanno provveduto a cambiare le serrature e sembra che abbiano anche modificato le password dei dipendenti necessarie per accedere al sistema aziendale».
«Qualora questi comportamenti trovassero conferma, saremmo ai limiti di un comportamento antisindacale – sostiene Caiolo – Stiamo valutando eventuali azioni di protesta. In questo momento aspettiamo informazioni ufficiali da parte dell’azienda». Anche in merito al tavolo di confronto previsto per gennaio, rimangono i dubbi dei sindacati. «Siamo ben contenti del segnale di apertura – aggiunge – riteniamo tuttavia che arrivi tardi rispetto alle esigenze dei lavoratori. Ci riserviamo di fare le nostre valutazioni – conclude – per decidere come agire».