Ragusa, violenza sessuale su 16enne migrante Arrestato il bidello della scuola che frequenta

«You are my wife, do you remember?» Tu sei mia moglie, ti ricordi? È con frasi come questa e con diversi regali che un bidello 53enne di Ispica, nel Ragusano, avrebbe convinto una migrante di 16 anni ad avere rapporti sessuali con lui. È stato arrestato dalla squadra mobile di Ragusa. Le indagini sono partite dalla segnalazione di un’educatrice che lavora nella comunità dove è ospite la minore, arrivata da sola in Italia su un barcone. La donna si è accorta dello strano atteggiamento della 16enne che, dopo un primo periodo di entusiasmo per la scuola, ha cominciato a rifiutarsi di seguire le lezioni. 

La ragazzina è stata quindi ascoltata da una poliziotta specializzata, da una psicologa e da un’interprete alla presenza del suo tutore, un’avvocatessa ragusana nominata dal Tribunale per i minorenni di Catania. Un colloquio difficile, interrotto molte volte dal pianto della minore che alla fine ha raccontato le pressioni psicologiche alle quali era sottoposta del bidello della scuola che frequentava. Lo stesso bidello addetto alla sorveglianza del piano dell’istituto dove si trova la classe della 16enne. 

La polizia ha quindi trovato conferma alle parole della ragazza installando le telecamere di videosorveglianza in classe. Riscontri sono arrivati sul fatto che l’uomo le aveva detto di volerla sposare, di volerle fare regali, che la chiamasse moglie e che le voleva dare del denaro per consumare dei rapporti sessuali. «I have a chewing gum in my pocket (ho un gomma da masticare nella mia borsa), come here (vieni qua), vuoi venire con me in bagno? Vieni ti do un regalo. Vuoi venire con me in palestra?», sarebbero alcune delle frasi intercettate e riportate dalla polizia. 

Lei lo segue nel bagno della palestra, in una zona non frequentata e non coperta dalle telecamere installate dalla polizia, dove il bidello avrebbe abusato di lei. Secondo il racconto della minorenne le avrebbe prima tappato la bocca cercando di spogliarla per poi usarle violenza nonostante lei avesse provato a divincolarsi. La ragazza quindi sarebbe tornata in classe piangendo e alla fine sarebbe scappata dalla scuola tornando nella comunità. A questo punto la polizia ferma il bidello che prima nega tutto, cercando di addebitare la colpa alla 16enne, poi avrebbe abbassato il capo dicendo di aver fatto una stupidaggine. Gli agenti della polizia scientifica hanno trovato tracce di dna nel bagno della palestra, verranno analizzate e confrontate con prelievi di dna presi dai vestiti del bidello e della piccola.

I magistrati delle Procura di Ragusa e Catania gli contestano il reato di violenza sessuale su minorenne e induzione alla prostituzione minorile aggravati dall’avere un dovere di vigilanza sulla ragazzina, perché i fatti contestati sono avvenuti durante l’orario scolastico. Dopo l’interrogatorio di garanzia il gip ha convalidato il provvedimento ed emesso un’ordinanza cautelare nei confronti del bidello. Che è stato condotto agli arresti domiciliari. La decisione è stata adottata dopo l’interrogatorio di garanzia durante il quale l’uomo ha negato di avere commesso atti sessuali con la ragazza. Il bidello ha ammesso di avere avuto una simpatia per lei e che tante cose sono state fraintese dalla ragazza. Secondo l’avvocato Giorgio Terranova, che lo assiste assieme al penalista Enrico Platania, «ci sono gli elementi per permettere di fare chiarezza sulla vicenda».


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