La Guardia di finanza ha effettuato verifiche nei centri commerciali della provincia, riscontrando una situazione irregolare. Per il titolare è scattata una sanzione da 120mila euro. La società ha sede a Napoli con diverse attività in Sicilia. «I lavoratori possono chiedere anche adesso di essere regolarizzati», ricordano le Fiamme gialle
Ragusa, controlli nel centro commerciale Ibleo In un negozio di abbigliamento 5 giovani in nero
Cinque lavoratori irregolari sono stati scoperti dalla Guardia di finanza in un grande negozio di abbigliamento nel centro commerciale Ibleo di Ragusa. Nell’ambito dei controlli contro il fenomeno del lavoro in nero, i militari nei giorni scorsi hanno posto l’attenzione in particolare sui centri commerciali.
Nel negozio dove sono state riscontrate irregolarità erano a lavoro sette dipendenti, tutti di giovane età. Sulla base di informazioni acquisiste anche dalle banche dati del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, confrontate con la documentazione esibita dal titolare, è emerso che cinque dei sette lavoratori erano irregolari, e tre completamente in nero. È quindi scattata una sanzione amministrativa per oltre 120mila euro.
I giovani dipendenti sarebbero stati impiegati da diversi mesi come addetti alle vendite, in assenza della comunicazione obbligatoria di inizio lavoro, con compensi sottostimati rispetto alle ore di lavoro prestate, e in contanti, in mancanza di garanzie sotto il profilo assistenziale e contributivo. La società ha sede principale a Napoli e negozi in diversi Comuni siciliani; il titolare è stato segnalato all’ispettorato territoriale del Lavoro, per l’eventuale adozione del provvedimento di sospensione dell’attività.
«Al lavoratore – spiegano dalla Finanza – in questi casi, la legge riconosce il diritto di essere regolarizzato secondo le modalità accertate (dal primo giorno di lavoro svolto), ivi compreso il versamento dei relativi contributi e premi, nonché il diritto ad un contratto di lavoro della durata non inferiore a tre mesi, al netto del periodo prestato in nero».