Una ragazzina avrebbe trovato l'inferno nelle campagne tra Acate e Vittoria. Sfruttata sessualmente da alcuni braccianti in un casolare e da altri uomini in case private. La madre avrebbe ricevuto piccole utilità. Cinque fermi. Guarda foto e video
Ragusa, abusata a tredici anni da uomini di tutte le età La madre consenziente in cambio di alloggi temporanei
Sfruttata sessualmente da più uomini, dai 30 ai 90 anni, con il consenso della madre. L’inferno per una ragazzina 13enne si è spalancato tra le serre di quel pezzo della provincia di Ragusa, tra Acate e Vittoria, da dove spesso emergono storie di terribile sofferenza. L’indagine della squadra mobile iblea, coordinata dalla Procura di Catania, è partita da un controllo anticaporalato, ma gli agenti si sono subito accorti che in quella bambina c’era qualcosa che non andava: «atteggiamenti non consoni alla sua età», scrivono i magistrati. Due mesi di indagini hanno portato al fermo di cinque persone (quattro in carcere e un obbligo di dimora a Vittoria per un novantenne): oltre alla madre anche due uomini italiani e due marocchini. Per la donna l’accusa è sfruttamento della prostituzione minorile, per i quattro uomini violenza sessuale, perché, anche se non c’è stata costrizione, la legge protegge i mnori di 14 anni, in quanto non ritenuti in grado di decidere in piena coscienza se voler consumare un rapporto sessuale o meno.
Alla psicologa e alla poliziotta che l’hanno ascoltata, la 13enne ha ricostruito i contorni di una storia di terribile sfruttamento, senza però far emergere alcuna rabbia nei confronti della madre. «La piccola – sottolineano gli inquirenti – non si è resa conto perché non ha mai conosciuto la differenza, ovvero la vita che merita una bambina della sua età». Il processo di adultizzazione è andato talmente avanti da farle credere che avere rapporti sessuali con maggiorenni fosse normale, al punto che nelle ultime setmane aveva avviato una relazione sentimentale con un 30enne.
Altro elemento determinante nel protrarsi di questo inferno è stata l’omertà: tanti tra le serre dove la donna e la bambina lavoravano sapevano cosa avveniva nei casolari, tanti immaginavano, ma non c’è stata nessuna denuncia. Anzi, stando a quanto ricostruito dalla squadra mobile di Ragusa, si sarebbe avviato un passaparola che avrebbe portato altri uomini a sfruttare sessualmente la ragazzina. In cambio del silenzio, la madre avrebbe ricevuto la momentanea disponibilità di case a mare dove dormire, a Marina di Acate. O ancora soldi, vino, birra, sigarette, o una doccia.
Durante le indagini sono state intercettate le conversazioni telefoniche della donna e della bambina per rintracciare maggiori elementi. Sin dai primi colloqui registrati sarebbe emerso che la piccola avesse dei rapporti sessuali con uomini di ogni età, dai 30 ai quasi 90 anni. In particolare sarebbe stata portata a casa di un anziano, dove la madre faceva la cameriera, per poter avere dei generi di prima necessità o anche per fare una doccia. Ma in quella casa, nella camera del novantenne, la piccola sarebbe stata abusata. Un altro uomo, di 61 anni, avrebbe addirituttura preteso una sorta di esclusiva in cambio dell’uso della casa al mare.
Ma le violenze abituali si sarebbero consumate in campagna, in un casolare abbandonato dove c’era soo una rete con un materasso, a pochi metri dal mare, tra una serra e l’altra. Alcuni operai, dopo aver lavorato, si sarebbero appartati con la 13enne dietro una tenda fatta con un lenzuolo. Un tentativo di non far vedere, non fare sentire, ma i magistrati sottolineano che «tutti sapevano che la piccola andava con i colleghi di lavoro e invece di denunciare anche anonimamente si giravano dall’altra parte o peggio la cercavano per avere anche loro rapporti sessuali».
Gli agenti sono intervenuti pochi giorni fa: dalle intercettazioni è emerso che la ragazzina stesse maturando l’idea di denunciare uno dei tanti uomini che l’aveva sfruttata. È quindi scattato un intervento di urgenza dei poliziotti e, poche ore dopo, il pubblico ministero ha disposto il fermo dei cinque. Gli indagati – tutti residenti tra Acate e Vittoria – infatti avevano saputo che la ragazzina era stata portata via dalla polizia e stavano preparando la fuga. I due arrestati di origine marocchina sono stati fermati alla fine dell’orario di lavoro nelle serre da due poliziotti che si sono finti braccianti in cerca di un’occupazione. L’italiano 61enne è stato raggiunto sotto casa da un altro team dedicato alle catture e infine la madre della vittima è stata catturata vicino all’abitazione di un connazionale dove spesso andava a chiedere ospitalità quando non aveva dove dormire.