Una foto della vettura in fuga e la testimonianza di un’amica della ragazza colpita da una fucilata, a Palermo, hanno permesso agli agenti della Squadra mobile di fermare il giovane che, la notte tra sabato e domenica, ha esploso un colpo ferendo Valentina Peonio, 33 anni, in piazza Nascè, al termine di una serata con […]
Foto di Ruth Wang
Ragazza ferita da una fucilata a Palermo, un testimone ha fotografato l’auto in fuga
Una foto della vettura in fuga e la testimonianza di un’amica della ragazza colpita da una fucilata, a Palermo, hanno permesso agli agenti della Squadra mobile di fermare il giovane che, la notte tra sabato e domenica, ha esploso un colpo ferendo Valentina Peonio, 33 anni, in piazza Nascè, al termine di una serata con gli amici.
Il fermato è Giuseppe Calì, 21 anni, condotto in carcere dopo un lungo interrogatorio. Davanti al pm il giovane ha raccontato di aver trovato il fucile in un cassonetto e di averlo imbracciato per mostrarlo alla cugina. «Non volevo fare del male», ha dichiarato, sostenendo che il colpo sarebbe partito accidentalmente. L’arma, un fucile da caccia risalente al 1800, non risultava registrata.
Il racconto della testimone e la svolta nelle indagini

Determinante il racconto dell’amica che si trovava con la 33enne al momento dei fatti. La donna, fidanzata di uno dei tre giovani uccisi a Monreale la notte del 26 aprile, ha rivissuto attimi di terrore e ha fornito una testimonianza chiave agli investigatori. È stata lei a raccontare di aver visto Calì armato e di aver tentato di allontanarsi insieme all’amica, prima di udire lo sparo e vederla cadere a terra ferita.
Mentre Calì e la cugina si davano alla fuga a bordo di una Smart, un secondo testimone è riuscito a fotografare la targa dell’auto, consentendo alla polizia di risalire rapidamente al 21enne. La procura ha chiesto al gip la convalida del fermo.
Calì, che lavora come pasticcere, è stato fermato per detenzione di arma clandestina ed è indagato anche per lesioni, omissione di soccorso e sparo in luogo pubblico. Dopo aver fatto fuoco, avrebbe nascosto il fucile sottoterra in un terreno nella zona di via Castellana: è stato lo stesso indagato a indicare ai poliziotti il punto in cui scavare.