Raffineria di Milazzo, boato e un vasto incendio Tre feriti, uno portato a Catania in elisoccorso

Nuovo incendio alle 9,35 di oggi alla Raffineria di Milazzo. Un’alta colonna di fumo visibile nella zona lato mare a Nord-Est ha fatto scattare l’allarme incendio all’impianto mamertino. Sarebbe stato avvertito un boato dalla popolazione. Poco dopo è stato notato il fumo. Ci sono tre feriti.

Le fiamme, secondo il racconto di alcuni testimoni, si sono alzate per decine di metri superando una delle colonne di scarico della Raffineria, conosciuta come la candela. In città è scattata l’allerta: gli automobilisti hanno fermato le proprie auto per capire cosa stava succedendo; tanta la gente affacciata ai balconi di casa, persino i commercianti hanno fatto capolino dalle loro rivendite per rendersi conto di quanto stava accadendo. 

L’incendio sarebbe stato provocato dalla fuoriuscita di prodotto da una tubatura nella zona lato mare che si affaccia verso San Filippo del Mela. Uno dei contatori che quantifica il prodotto scaricato dalle navi nella fase di trasferimento dai pontili, sarebbe andato in tilt facendo fuoriuscire il prodotto che un contatto elettrico ha fatto incendiare. A domare le fiamme ci ha pensato la squadra antincendio della Raffineria, poco dopo raggiunta dai vigili del fuoco. 

Tre i feriti, tutti trasferiti dal 118 al Pronto soccorso dell’ospedale Fogliani di Milazzo. Si tratta di due operai che avrebbero riportato delle ustioni, e un terzo che si è ferito cadendo. Hanno 46, 32 e 37 anni. Si tratta di due operai delle ditte dell’indotto e uno della Ram. L’uomo di 46 anni è stato trasferito con l’elisoccorso a Catania con delle ustioni al volto, ma le condizioni non sarebbero gravi. Sul posto anche gli uomini della polizia giudiziaria. La Procura di Barcellona ha già aperto un fascicolo.

«Un incidente – interviene il comitato dei cittadini contro l’inceneritore della Valle del Mela – che ci ricorda come la Raffineria di Milazzo rappresenti non solo la più pesante fonte di inquinamento industriale della Valle del Mela, ma anche una potenzialeed imprevedibile bomba letale. Tutto ciò non può essere considerato normale e non è accettabile. Proprio oggi pomeriggio si terrà a Roma una Conferenza dei Servizi che deve decidere sull’ Autorizzazione Integrata Ambientale della Raffineria. È fondamentale che stavolta le amministrazioni convocate facciano prevalere una volta per tutte il diritto alla salute dei cittadini sul diritto ad inquinare a norma di legge».

Sull’episodio è intervenuto il presidente dell’Associazione a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini (Adasc), Peppe Maimone: «La popolazione è seriamente preoccupata, alcuni cittadini hanno abbandonato le proprie abitazioni – scrive –. Purtroppo non c’è stata una comunicazione tempestiva sull’accaduto. È indispensabile e urgente verificare la compatibilità di alcuni impianti e serbatoi con il tessuto urbano considerato che la raffineria è confinante con centri urbani. Attendiamo di conoscere nel dettaglio la situazione. Dell’accaduto l’associazione sta informando tutte le autorità competenti in materia di tutela della salute pubblica e dell’ambiente».

Il comitato contro il termovalorizzatore – che dovrebbe nascere proprio vicino alla Raffineria, dalla conversione della centrale termoelettica e che ha ottenuto il via libera dal ministero dell’Ambiente – rilancia quindi la sua battaglia: «Il governo sappia che se vorrà perseguire questa linea, decretando arbitrariamente la compatibilità ambientale di un impianto tra l’altro espressamente vietato dal vigente Piano Paesaggistico, la Valle del Mela farà le barricate e porterà la protesta fino a Roma. I cittadini pretendono una seria riduzione dell’inquinamento, a cominciare proprio da quello della Raffineria, alla quale vanno anche applicate le più rigorose disposizioni capaci di prevenire gli incidenti. E non sono assolutamente accettabili altri impianti insalubri come l’inceneritore, ma anzi bisogna applicare quanto previsto dal Piano Paesaggistico in merito alla progressiva eliminazione dei grossi impianti industriali dalla Valle del Mela».

Simona Arena

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